Il gruppo, controllato dalla finlandese Fortum e che Berlino si appresta a nazionalizzare per scongiurarne la bancarotta, è duramente colpito dallo stop ai flussi di gas russi di cui era il primo utilizzatore d'Europa
Il colosso energetico tedesco Uniper ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con una perdita di 40 miliardi di euro, quasi 10 volte il rosso dello stesso periodo del 2021 nonché il più grande passivo mai registrato nell’industria del paese. Solo nel trimestre luglio-settembre la perdita è stata di 28 miliardi. Il gruppo, controllato dalla finlandese Fortum e che Berlino si appresta a nazionalizzare per scongiurarne la bancarotta, è duramente colpito dallo stop ai flussi di gas russi di cui era il primo utilizzatore d’Europa. Uniper che deve poi rifornire i suoi clienti deve ora reperire il gas sui mercati pagando prezzi molto più alti di quanto riusciva a fare in precedenza. Traslare i rincari sui clienti può avvenire solo gradualmente e in un certo arco di tempo. La società ha già ricevuto un’ iniezione di liquidità da 8 miliardi di euro e il governo tedesco ha messo a disposizione una linea di credito da 18 miliardi di cui ne sarebbero già stati utilizzati 14.
Uniper ha registrato “notevoli perdite perché i costi di sostituzione dell’approvvigionamento di nuovo gas non vengono trasferiti ai consumatori”, ha affermato la responsabile finanziaria del gruppo Tiina Tuomela. “Questo ha prodotto enormi contraccolpi nei nostri risultati finanziari. L’attuazione delle misure di stabilizzazione ha quindi la massima priorità”. Uniper ha affermato che la perdita include 10 miliardi di euro di costi per la sostituzione dei volumi di gas a cui si aggiungono circa 31 miliardi di euro di future perdite previste.