L’accademia di Desio commissariata. Le violenze psicologiche che alcune ex atlete hanno avuto il coraggio di denunciare travolgono quello che fino a pochi giorni fa era considerato un centro d’eccellenza della ginnastica ritmica italiana. Su delibera d’urgenza del presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi, è stato invece disposto il commissariamento dell’Accademia internazionale di Desio, il luogo dove stando ai racconti delle ex ginnaste sono avvenuti i maltrattamenti psicologici. La Federazione ha inoltre deciso di stanziare 120mila euro per il progetto di salvaguardia degli atleti.

Non finisce qui: la procura di Brescia ha aperto un fascicolo sul caso, con l’ipotesi di maltrattamenti a carico di ignoti. L’indagine nasce da un esposto presentato dalla madre di due sorelle ginnaste che ha denunciato a sua volta violenze psicologiche nei confronti delle figlie da parte degli allenatori. Le due ragazzine, che nel frattempo si sono ritirate. L’indagine coordinata dall’aggiunto Alessio Bernardi e dal Procuratore Francesco Prete, che non è conoscitiva ma ha un titolo di reato, è stata affidata alla Squadra Mobile e fa parte di un quadro più ampio in cui parecchie ragazze o ex Farfalle della Nazionale Italiana, come Nina Corradini e Anna Basta, hanno denunciato quello che accadeva dietro le quinte nel mondo della ginnastica ritmica con presunte umiliazioni, vessazioni e pressioni, legate soprattutto al peso.

Nina Corradini con la sua intervista a Repubblica ha avuto il coraggio di alzare il velo sui trattamenti riservati alle giovanissime atlete all’accademia di Desio. All’età di 15 anni, ha raccontato, durante la pesa quotidiana in mutande davanti a tutti, si è sentita dire cose come: “Vergognati”, “mangia di meno”, “come fai a vederti allo specchio”. “Per due anni non ho mai fatto colazione – ha spiegato – mangiavo un biscotto ogni tanto, e sempre di nascosto. Arrivavo anche a misure estreme come prendere regolarmente lassativi che mi disidratavano: mi ammalavo, avevo poco ferro. Una volta sono svenuta ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensando fosse una scusa”.

Dichiarazioni che poco si distaccano dall’esperienze denunciate dalle altre atlete che poi hanno deciso di parlare: Anna Basta ha confessato di aver pensato al suicidio a causa delle “urla delle allenatrici per il mio corpo”. Lo stesso staff che è stato duramente attaccato anche da Giulia Galtarossa. “Una volta mi hanno dato una dieta e alla fine c’era scritto un messaggio per me: abbiamo un maialino in squadra”, ha raccontato la ginnasta due volte campionessa del mondo, descrivendo uno degli abusi psicologici subiti. Violenze verbali di questo tipo, e i disturbi alimentari che ne sono derivati, sono al centro di tutte le denunce presentate dalle atlete. Compresa anche quella della madre delle due ex atlete bresciane.

Dopo l’incontro tra il ministro dello Sport e dei giovani, Andrea Abodi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò e quello di Federginnastica, Gherardo Tecchi, la Federazione aveva promesso provvedimenti. Il primo è arrivato, con il commissariamento dell’accademia al centro delle accuse. “Come Rappresentanti degli Atleti nel Consiglio Federale della Fgi, seguiamo con estrema attenzione l’evolversi della vicenda. Noi siamo schierati senza se e senza ma al fianco delle atlete. Sempre! Sono già allo studio importanti iniziative e progetti da parte del Consiglio Federale, per creare degli strumenti che possano tutelare efficacemente tutti i ginnasti”, hanno scritto in una nota i consiglieri in rappresentanza degli atleti, Michela Castoldi e Paolo Principi. “Nessuno verrà lasciato solo. Nessuno verrà lasciato indietro”, si legge ancora nel comunicato. Parole diverse quelle utilizzate invece dall’ex capita azzurra, Marta Pagnini, che pur esprimendo “solidarietà” ha preso le distanze dai racconti delle colleghe: “La ginnastica ritmica è disciplina che le atlete imparano fin dai primi giorni di palestra e senza distinzione di livello”.

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