Dopo le cariche e le manganellate della polizia di una settimana fa, davanti alla facoltà di Scienze politiche, circa trecento studenti sono tornati a manifestare per le strade della cittadella universitaria de “La Sapienza” di Roma. “Per un’altra università” è stato il messaggio rilanciato sullo striscione di testa. “Non dobbiamo avere paura della polizia e della Digos, non ci va di essere manganellati, queste sono le nostre strade”, hanno rivendicato, sfilando sfilando davanti le facoltà di Lettere, Fisica, Scienze politiche e al Rettorato, tra slogan come “Fuori le guardie dall’Università” e “Siamo tutte e tutti antifascisti”. E rivendicando spazi adeguati e sicurezza nei tirocini.
Ma non solo, perché dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del ‘Decreto Rave‘, con le polemiche legate alla possibilità che questo finisca per colpire anche proteste e occupazioni dentro Università, fabbriche e non solo, ora gli studenti chiedono che il provvedimento – difeso dall’esecutivo Meloni – venga ritirato dal governo. E non solo modificato, così come invece vorrebbe la maggioranza di centrodestra, dopo le aperture di Forza Italia ad emendare il testo in Aula, con l’idea di abbassare le pene per evitare le intercettazioni, e definire meglio il reato. “Non bastano le modifiche, il problema è la ratio della legge, vogliono colpire il dissenso“, rivendicano gli studenti, che martedì prossimo torneranno a protestare contro lo stesso ‘decreto rave’ a Giurisprudenza.
Dopo un flash mob contro la violenza di genere, il corteo dei collettivi è rientrato nella cittadella universitaria e si è sciolto sul “pratone” universitario. Un nuovo appuntamento è già in agenda con la mobilitazione del 18 novembre, alla quale parteciperanno anche gli studenti delle scuole superiori.