Un piccolo angolo di meraviglia naturale, dove si respira un’atmosfera straordinaria, proprio come le cartoline che un tempo ci facevano sognare mete lontane. Qui però non c’è un pezzo di carta col francobollo appiccicato, ma una marea che sembra rallentare per offrire un mare calmo quasi come una piscina, una sabbia dorata e morbida e il caldo sole dell’emisfero boreale. Ci troviamo a Nungwi, piccolo villaggio sull’isola di Zanzibar, meta prediletta dei turisti che giungono in Tanzania per carpirne segreti e meraviglie.
Situata a circa 6000 chilometri dall’Italia, questa zona dell’Africa coniuga una bellezza esotica alla facilità di raggiungerla. Grazie ai collegamenti offerti da Neos Air – che collega Zanzibar a Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Verona con voli diretti 7 giorni su 7 – è possibile raggiungere in poco più di 7 ore il luogo di nascita di Freddie Mercury e lasciarsi sorprendere dall’accoglienza dell’Alpiblu Sandies Baobab o del SeaClub Royal Zanzibar Beach Resort, le strutture Alpitour e Francorosso pensate per coniugare architetture tradizionali, camere con vista sull’oceano e tutto il comfort di una vacanza d’autore.
Perché scegliere Nungwi per curare il proprio mal d’Africa? Scopriamolo insieme
Una spiaggia (quasi) incontaminata
Prima ancora dell’arrivo del turismo occidentale, Nungwi è stata per lungo tempo una delle località più selvagge, e per questo autentiche, di tutta l’isola di Zanzibar. Qui si poteva ammirare la meraviglia di Jambo Square, una spiaggia che ancora oggi ha conservato atmosfere autentiche e tradizionali, soprattutto per la presenza dei produttori delle dhow. Le tradizionali imbarcazioni realizzate nella zona del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano sono caratterizzate dalla presenza di vele “latine” e da scafi in legno allungati, e già in passato erano utilizzate per la pesca o per il trasporto di merci, essendo molto leggere e performanti.
Le loro tracce, che risalgono circa al Quattrocento, per molto tempo hanno lasciato pensare che fossero ispirate alle imbarcazioni dei navigatori portoghesi, ma in realtà barche a vela simili esistevano già diversi secoli prima, quando raggiungevano facilmente anche la Cina, l’India e lo Yemen. A Zanzibar si conserva una tradizione che ormai è quasi sparita nel resto del mondo, ma che richiede una grande manualità: ammirare la tessitura delle tele e la lavorazione del legno è uno spettacolo per gli occhi e una carezza per l’anima.
Cosa fare a Nungwi, la punta nord di Zanzibar
Nungwi sorge all’estremità settentrionale dell’isola di Zanzibar. In sé, il villaggio è decisamente piccolo: largo poco più di un chilometro e mezzo, si trova in una posizione estremamente favorevole, dove le correnti oceaniche sembrano improvvisamente placarsi e anche l’effetto delle maree è mitigato da un mare “protetto” dalle sacche di sabbia. L’eleganza e l’aspetto occidentale dei resort si mescolano alle architetture tradizionali e all’aspetto apparentemente più disincantato di case e palazzi dove vive la popolazione locale. Il colore però la fa da padrone, così come il sorriso e l’accoglienza di questa intima località.
Tutt’intorno a Nungwi si estende una spiaggia chiara e lunga chilometri, che parte dalla grande Royal Beach e via via muove verso nord raggiungendo Nungwi Beach, Crystal Beach e prosegue fino al Nungwi Mnarani Aquarium. Una piccola realtà en plein air, dove è possibile nuotare in una piscina naturale e accarezzare le tartarughe. Curiosità: nel Marine Turtles Conservation Pond le indicazioni sono fornite in due lingue, inglese ed italiano. Non è un caso: gli italiani amano particolarmente Zanzibar, e le offerte Alpitour e Francorosso, con i voli Neos, dimostrano la passione che i nostri connazionali provano per quest’angolo d’Africa così autentico.