Il tribunale di Roma ha condannato a 2 anni e sei mesi l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, accusato di corruzione in uno dei filoni della maxindagine sul caso Consip. Si tratta della tranche del procedimento che coinvolgeva anche l’ex dirigente della centrale unica di acquisti della Pa, Marco Gasparri, che ha già patteggiato una condanna a 1 anno e 8 mesi nel 2017. Gasparri, nella fattispecie, ha accusato l’imprenditore di avere ricevuto da lui, dal 2012 al 2016, complessivamente 100mila euro in cambio di notizie e aiuti relativi ai bandi di gara in Consip. I giudici hanno escluso la responsabilità della società Romeo Gestioni. La sentenza è stata emessa dall’ottava sezione penale del Tribunale di Roma dopo una camera di consiglio durata oltre due ore. Per Romeo i giudici hanno stabilito anche l’incapacità a contrarre a con la pubblica amministrazione per un anno, la confisca di 100mila euro, una provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro a favore di Consip e anche un risarcimento in favore di Cittadinanza attiva di 10mila euro. La Procura per l’imprenditore aveva chiesto una condanna a 4 anni e 10 mesi.
“Per quanto l’accusa originaria sia stata fortemente ridimensionata è chiaro che non siamo soddisfatti. Restiamo convinti dell’innocenza del nostro assistito. Ora attendiamo di leggere le motivazioni per impugnare questa sentenza. Esprimiamo soddisfazione invece per l’assoluzione della società Romeo Gestioni” ha detto il difensore di Romeo, l’avvocato Giandomenico Caiazza. L’accusa è passata da corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio alla corruzione per l’esercizio della funzione.