I consumatori dovranno riportare i contenitori nel punto vendita: ancora da capire se funzionerà con una cauzione o con una registrazione su una app. Nella nuova legge è previsto anche un contributo di chi vende plastica usa e getta a favore delle casse dei Comuni. Sono stimate entrate per circa 450 milioni l'anno
Dal primo gennaio in Germania tutti gli alimenti da asporto dovranno essere offerti anche in contenitori riutilizzabili. Il ministero dell’Ambiente ha inoltre predisposto una legge, che deve ancora essere discussa al Bundestag, che imporrà ai produttori di contenitori monouso di contribuire alla pulizia del suolo pubblico. La norma recepisce una direttiva europea.
Imballaggi riutilizzabili da gennaio
Per i consumatori la nuova legge che scatta dall’inizio del 2023 comporterà dover riportare i contenitori nel punto vendita. Sui ristoratori ricadranno invece maggiori costi per i nuovi imballi, il loro ritiro e la loro pulizia. Spese che potranno ripercuotersi sui costi dei clienti solo se questi non riscuoteranno la cauzione riconsegnandoli. La legge esclude infatti che il prodotto in imballaggio riutilizzabile sia più caro rispetto a quello in una confezione monouso, o che per quest’ultima ci siano degli sconti.
Per ora resta da capire se si imporrà un sistema di circolazione degli imballi riutilizzabili basato su una cauzione riscossa all’acquisto e ripagata alla riconsegna dell’involucro o se si punterà su una registrazione obbligatoria in una app sul cellulare, che poi incassa direttamente i costi per il contenitore, se questo non è reso entro un dato termine.
Per lo più gli imballi riutilizzabili sono fabbricati in genere in polipropilene, che si può riciclare, ma è ricavato dal petrolio greggio. Si stanno facendo ricerche anche sull’impiego dell’acido polilattide, che tuttavia non resiste altrettanto alle alte temperature per essere lavato in lavastoviglie. Il vantaggio ambientale dipenderà dal ciclo di durata degli involucri e da quanto si affermeranno le bioplastiche. Peraltro il granulato plastico negli ultimi due anni è già diventato da quattro ad otto volte più caro.
Imballaggi monouso nel nuovo progetto di legge
Chi pone sul mercato articoli di plastica usa e getta dovrà partecipare ai costi comunali per la loro raccolta e dal 2025 versare delle somme in un fondo amministrato dal ministero per l’Ambiente. Il dicastero di Steffi Lemke (Verdi) conta che potranno essere raccolti 450 milioni di euro all’anno.
I Comuni lodano l’iniziativa, anzi Ingbert Liebert, amministratore dell’associazione delle aziende municipalizzate, ha dichiarato alla Ard che la norma andrebbe estesa anche ai cartoni della pizza, gli involucri di alluminio e le gomme da masticare. Diverse associazioni industriali invece parlano di burocrazia inutile e censurano che il disegno di legge giunge in tempi di crisi. Per la ministra Lemke la partenza nel 2025 tiene adeguatamente conto delle necessità e tempi di adattamento dei produttori.
La legge renderà più cari i prodotti monouso e stimolerà alla loro rinuncia. Le associazioni ambientaliste criticano però che con la norma si prevede un contributo per raccolta e riciclaggio, ma non si impedisce a monte la produzione di rifiuti.