Sono attese oltre centomila persone domani a Roma per la manifestazione per la pace promossa da centinaia di organizzazioni della società civile, che chiedono il cessate il fuoco, un negoziato multilaterale e il disarmo nucleare. L’appuntamento è per le 12 in Piazza della Repubblica; da lì alle ore 12 partirà il corteo che arriverà in piazza San Giovanni in Laterano, dove alle 14,30 verranno presentate le richieste dei promotori della manifestazione. Dalle 15 sono previsti gli interventi dal palco. Prenderanno la parola il fondatore della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, don Luigi Ciotti per “Libera”, il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, il presidente dell’Anpi, Gian Franco Pagliarulo, Flavio Lotti della “Tavola per la pace” e poi ancora Francesca Giuliani di “Sbilanciamoci”, Raffaella Bolini dell’Arci, Rosella Miccio di “Emergency”, Emiliano Manfredonia delle Acli, Giuseppe De Marzo della Rete dei Numeri Pari, Francesco Scoppola dell’Agesci.

Ma non ci saranno solo interventi in presenza. Saranno trasmessi anche i video messaggi di Katrin (Katya) Cheshire, attivista del Movimento pacifista ucraino, e di Alexander Belik, coordinatore del movimento degli obiettori di coscienza russi. Non salirà sul palco ma sarà tra la gente padre Alex Zanotelli, che nei giorni scorsi ha presentato a Roma la campagna denominata “Sei per la pace, sei per mille”, chiedendo a chiunque la condivide di agire come se l’opzione fiscale fosse già realtà, versando il sei per mille della propria imposta Irpef alla Tesoreria Centrale per la Protezione Civile o ad altre realtà che perseguono finalità coerenti con la difesa civile non armata e non violenta. Hanno annunciato la loro presenza al corteo – anche se non ci sono conferme – il segretario del Pd Enrico Letta, il presidente M5s Giuseppe Conte, i leader di Sinistra e Verdi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, mentre Carlo Calenda di “Azione” ha organizzato una contro manifestazione all’Arco della Pace a Milano: “Noi partiamo da un presupposto: la pace non è la resa dell’Ucraina, quella non è pace”.

Gli organizzatori della manifestazione di Roma – che vanno dalla Rete italiana per il disarmo a “Sbilanciamoci all’Arci, Libera, Acli, Forum del Terzo Settore, Cgil, Cisl, Uil, Emergency, Articolo 21 e decine di altre sigle – sono convinti che l’Italia, l’Unione Europea, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco perché serve “convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”. Concetti ripresi anche dalla lettera a “chi si mette in marcia per la pace” indirizzata dal cardinale Matteo Maria Zuppi (presidente della Cei) ai promotori dell’iniziativa e che verrà letta dal palco subito dopo la Piattaforma di convocazione.

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