“Bullo di quartiere”. “Bullo della democrazia“. Duro botta e risposta a distanza tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il presidente del M5s Giuseppe Conte. Il tema? Il sesto invio di armi dell’Italia all’Ucraina, al centro di un dibattito iniziato nei giorni scorsi, continuato ieri in occasione della manifestazione di Roma per la pace e continuato oggi prima sulle pagine dei quotidiani e successivamente sui social. L’attacco del ministro di Fratelli d’Italia sul Corriere della Sera di oggi, dove ha detto che quello di Conte “sembra l’intercalare di un bullo di quartiere più che il tentativo di dialogo tra persone rispettose delle istituzioni. Ma l’onorevole Conte può stare sereno: il ministero – non il ministro, che non dispone delle istituzioni ma le serve – seguirà le leggi come sempre”. Successivamente Crosetto ha sottolineato che il suo governo sta facendo “quello che lui e altri hanno deciso di fare dicendo sì ai 5 decreti per l’invio di armi decisi dal governo Draghi del quale i Cinque Stelle erano il maggior sostegno parlamentare“. Poi la critica alle posizioni odierne del presidente M5s, che “se oggi ha cambiato idea è per altro”, ovvero “per strumentalizzare il corteo e le ragioni delle associazioni pacifiste”. Successivamente, il titolare della Difesa ha sottolineato che per quanto riguarda l’invio di armi a Kiev “saranno utilizzate le stesse procedure che il Governo precedente, e lui stesso, hanno utilizzato e avallato”. E ancora: “Quanto alla sua frase minacciosa e intimidatoria, temo abbia come presupposto culturale un approccio alle istituzioni privatistico e autoritario. Probabilmente – è stata la spiegazione di Crosetto – frutto della sua esperienza di governo, vissuta in un momento di ‘compressione democratica’ creatasi a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e dell’utilizzo dei Dpcm durante la pandemia. Forse ha maturato un’idea sbagliata sulle istituzioni ed il loro potere”.
La lunga replica di Giuseppe Conte è arrivata nel pomeriggio, sulla sua pagina Facebook. Il tono è lo stesso utilizzato dal componente del Governo Meloni: “Oggi Crosetto mi dà del ‘bullo di quartiere’. Esternazione inaccettabile da un ministro della Repubblica. Sapete qual è la lesa maestà? – ha detto il presidente M5s – Essere sceso in piazza per la pace senza bandiera di partito con i cittadini e pretendere che il Governo politico di Meloni venga in Parlamento a confrontarsi democraticamente sulla strategia in Ucraina e l’invio di armi, permettendo a tutte le forze politiche di esprimersi”. Conte, poi, ha reiterato il suo punto di vista: “Ora non ci sono governi di unità nazionale, c’è la politica che su scelte così importanti non scappa dal confronto parlamentare. Altrimenti sì che si è bulli, ma non di quartiere: della democrazia”. L’ex premier, poi, ha ricordato le dichiarazioni di Crosetto e la sua precedente attività extraparlamentare: “Capisco l’imbarazzo di un ministro della Difesa che fino a qualche settimana fa diceva che una sua nomina al Ministero sarebbe stata – e cito direttamente Crosetto – ‘inopportuna, dato il mio lavoro’ – ha attaccato Conte – Ma non voglio soffermarmi ora su aziende, incarichi e ruoli di Crosetto nel settore dell’industria militare”. Per Conte “fa una certa impressione vedere un esponente di Fratelli d’Italia, che era all’opposizione, rivendicare ora lo stesso metodo di Draghi su armi e guerra. Un metodo che noi abbiamo contestato e che sul conflitto ha finito per tagliare fuori il Parlamento: da mesi non discutiamo e non votiamo su invio di armi e su crisi ucraina”.
Politica
Armi a Kiev, Crosetto: “Da Conte intercalare da bullo di quartiere”. La replica del leader M5s: “Lui è bullo della democrazia”
Duro botta e risposta a distanza tra il ministro della Difesa e il presidente del M5s sugli aiuti militari all'Ucraina, al centro di un dibattito iniziato nei giorni scorsi, continuato ieri in occasione della manifestazione della pace di Roma e continuato oggi prima sulle pagine dei quotidiano e successivamente sui social
“Bullo di quartiere”. “Bullo della democrazia“. Duro botta e risposta a distanza tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il presidente del M5s Giuseppe Conte. Il tema? Il sesto invio di armi dell’Italia all’Ucraina, al centro di un dibattito iniziato nei giorni scorsi, continuato ieri in occasione della manifestazione di Roma per la pace e continuato oggi prima sulle pagine dei quotidiani e successivamente sui social. L’attacco del ministro di Fratelli d’Italia sul Corriere della Sera di oggi, dove ha detto che quello di Conte “sembra l’intercalare di un bullo di quartiere più che il tentativo di dialogo tra persone rispettose delle istituzioni. Ma l’onorevole Conte può stare sereno: il ministero – non il ministro, che non dispone delle istituzioni ma le serve – seguirà le leggi come sempre”. Successivamente Crosetto ha sottolineato che il suo governo sta facendo “quello che lui e altri hanno deciso di fare dicendo sì ai 5 decreti per l’invio di armi decisi dal governo Draghi del quale i Cinque Stelle erano il maggior sostegno parlamentare“. Poi la critica alle posizioni odierne del presidente M5s, che “se oggi ha cambiato idea è per altro”, ovvero “per strumentalizzare il corteo e le ragioni delle associazioni pacifiste”. Successivamente, il titolare della Difesa ha sottolineato che per quanto riguarda l’invio di armi a Kiev “saranno utilizzate le stesse procedure che il Governo precedente, e lui stesso, hanno utilizzato e avallato”. E ancora: “Quanto alla sua frase minacciosa e intimidatoria, temo abbia come presupposto culturale un approccio alle istituzioni privatistico e autoritario. Probabilmente – è stata la spiegazione di Crosetto – frutto della sua esperienza di governo, vissuta in un momento di ‘compressione democratica’ creatasi a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e dell’utilizzo dei Dpcm durante la pandemia. Forse ha maturato un’idea sbagliata sulle istituzioni ed il loro potere”.
La lunga replica di Giuseppe Conte è arrivata nel pomeriggio, sulla sua pagina Facebook. Il tono è lo stesso utilizzato dal componente del Governo Meloni: “Oggi Crosetto mi dà del ‘bullo di quartiere’. Esternazione inaccettabile da un ministro della Repubblica. Sapete qual è la lesa maestà? – ha detto il presidente M5s – Essere sceso in piazza per la pace senza bandiera di partito con i cittadini e pretendere che il Governo politico di Meloni venga in Parlamento a confrontarsi democraticamente sulla strategia in Ucraina e l’invio di armi, permettendo a tutte le forze politiche di esprimersi”. Conte, poi, ha reiterato il suo punto di vista: “Ora non ci sono governi di unità nazionale, c’è la politica che su scelte così importanti non scappa dal confronto parlamentare. Altrimenti sì che si è bulli, ma non di quartiere: della democrazia”. L’ex premier, poi, ha ricordato le dichiarazioni di Crosetto e la sua precedente attività extraparlamentare: “Capisco l’imbarazzo di un ministro della Difesa che fino a qualche settimana fa diceva che una sua nomina al Ministero sarebbe stata – e cito direttamente Crosetto – ‘inopportuna, dato il mio lavoro’ – ha attaccato Conte – Ma non voglio soffermarmi ora su aziende, incarichi e ruoli di Crosetto nel settore dell’industria militare”. Per Conte “fa una certa impressione vedere un esponente di Fratelli d’Italia, che era all’opposizione, rivendicare ora lo stesso metodo di Draghi su armi e guerra. Un metodo che noi abbiamo contestato e che sul conflitto ha finito per tagliare fuori il Parlamento: da mesi non discutiamo e non votiamo su invio di armi e su crisi ucraina”.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.