Spassosissima. Dopo quel decreto legge contro il rave che sembra scritto da un governo di una Repubblica delle banane, la presidente del Consiglio ha detto – prendendo le difese di un provvedimento nitidamente liberticida – che non siamo più “la Repubblica delle banane. Quest’Italia qui è finita”.
E così Giorgia Meloni, volendo difendere l’indifendibile, cioè una legge scritta con i piedi, illiberale, irragionevole, poliziesca, ha spiegato che né lei né il suo governo ce l’hanno con chi ama partecipare ai raduni rave. “Basta che si mettano in regola, come tutti. Chiedano le autorizzazioni, come tutti, paghino come tutti”.
Bisogna essere veramente di bronzo, costruita contro la forza di gravità della ragione, nemica indefessa del principio di realtà per dire una cosa simile.
Chiedere che la legge sia rispettata da tutti, e far passare i ragazzi che ballano la techno come dei privilegiati che godono di condizioni di favore, come se le loro feste si svolgessero nel Colosseo e non in luoghi degradati e bruciati dall’indifferenza generale, mi sembra oltre il limite del ridicolo, molto al di là di ogni più incredibile previsione.
Illustrare il peraltro sacrosanto principio di uguaglianza imponendo proprio agli ultimi della società, alla fascia più disagiata, squattrinata ed emarginata, applicando loro la meccanica della burocrazia ostruttiva – mille regole da osservare sapendo che non potranno mai onorarle – è veramente troppo.
Le regole devono valere pure per loro, signora presidente del Consiglio? Lei dice questo alla vigilia del più grande e ingiustificabile provvedimento della diseguaglianza che prossimamente questo esecutivo varerà: la tregua fiscale. Cioè una parte di concittadini sarà autorizzata a non versare i contributi che altri concittadini sono stati invece obbligati a versare all’erario. Una parte della società godrà del condono e farà festa, l’altra parte se la prenderà in quel posto, così impara a rispettare le leggi.
Queste reiterate tregue, questi sbianchettamenti delle condotte incivili, condoni mascherati che si ripropongono ogni volta che la destra va al governo fanno dell’Italia quella che la presidente del Consiglio ha appena negato. Invece siamo e restiamo una intramontabile Repubblica delle banane.