L'affermazione si trova in un post diffuso sui social dal servizio stampa della sua azienda di catering, la Concord. Nello stesso tempo, a Prigozhin è attribuita una metafora criptica: "Nelle nostre operazioni di precisione, asporteremo in una volta sola il fegato ed entrambi i reni". Nel febbraio 2018, tre società del suo gruppo sono state formalmente incriminate da un grand jury statunitense per aver finanziato presunte "fabbriche di troll" allo scopo di influenzare le elezioni
“Abbiamo interferito, stiamo interferendo e continueremo a interferire” nelle elezioni Usa, “attentamente, accuratamente, chirurgicamente e a modo nostro, perché noi sappiamo come fare”. L’ammissione – alla vigilia del voto di midterm – arriva da Yevgeny Prigozhin, importante imprenditore russo nel settore della ristorazione, legatissimo a Vladimir Putin. La si ritrova in un post diffuso su VKontakte (il social più diffuso in Russia) dal servizio stampa della sua azienda di catering, la Concord, in risposta a una richiesta di commenti arrivata da un sito di informazione. Nello stesso tempo, a Prigozhin è attribuita una metafora criptica: “Nelle nostre operazioni di precisione, asporteremo in una volta sola il fegato ed entrambi i reni“.
L’imprenditore è proprietario e finanziatore del gruppo Wagner, l’organizzazione paramilitare che ha combattuto e combatte al fianco delle truppe russe in Siria, Africa e Ucraina. È spesso definito giornalisticamente “il cuoco di Putin“, perché la sua azienda Concord cura il catering del Cremlino. Nel febbraio 2018, la Concord, la Internet Research Society e un’altra società del gruppo Prigozhin sono state formalmente incriminate da un grand jury statunitense per aver finanziato presunte “fabbriche di troll” su internet, allo scopo di influenzare le elezioni presidenziali statunitensi del 2016 e altri eventi politici al di fuori della Russia. Il magnate è attualmente sottoposto a sanzioni dagli Usa, dal Regno Unito e dall’Unione europea. Lo scorso luglio il Dipartimento di Stato ha offerto una ricompensa fino a 10 milioni a chiunque fornisse informazioni sulle sue interferenze nel voto.
E nel frattempo il New York Times riferisce che nei mesi precedenti il voto di metà mandato (in programma martedì 8 novembre), sono stati riattivati account falsi per prendere di mira Joe Biden e i dem, nonchè suscitare la rabbia degli elettori conservatori e minare la fiducia nel sistema elettorale Usa. Quest’anno c’è però un obiettivo nuovo: contestare gli aiuti militari a Kiev usando i soldi dei contribuenti. Tra i responsabili principali, il quotidiano newyorkese cita proprio la Internet Research Agency di Prigozhin.