“Gli organismi di competenza accerteranno chi versa in condizioni di vulnerabilità e di questi ci faremo carico a prescindere dalle regole internazionali che noi riteniamo essere chiare. Dopo di che la nave dovrebbe lasciare le acque nazionali, con tutto il resto del carico che ne dovesse residuare“. Le parole sono state pronunciate dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante la conferenza stampa convocata in prefettura a Milano sabato 5 novembre. Il riferimento era allo sbarco parziale dei migranti salvati dalla nave Sos Humanity 1, attualmente ancora ferma al porto di Catania con 35 persone a bordo. Ed è proprio parlando di loro che il titolare del Viminale ha utilizzato l’espressione “carico”, scatenando le polemiche e le critiche delle associazioni che si occupano di diritti ma anche dei partiti dell’opposizione. “Linguaggio inaccettabile per scelte ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali” ha commentato Letta poche ore dopo. Mentre l’ong Mediterranea, da sempre impegnata proprio nel salvataggio di persone in mare, definisce le parole del ministro “disumanizzanti”. “Uscire dalle acque territoriali con il carico residuale. Si sta parlando di merce? No, si sta parlando di esseri umani: persone sfuggite ai campi di concentramento libici finanziati dall’Italia. Parlano di diritto alla vita, ma quando poi ci si ritrovano davanti la chiamano ‘carico residuale’. Di residuale è rimasta solo l’umanità di chi ci governa”
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