L'annuncio del sottosegretario all’Economia Federico Freni (Lega). In base alla Relazione 2022 sull'evasione fiscale, il tetto incentiva a non dichiarare i ricavi oltre quella soglia per continuare a godere dello sconto sulle tasse. Intanto si studia il dimezzamento del tetto di reddito oltre il quale scatta la riduzione delle detrazioni
Il governo ignora i contenuti della Relazione 2022 sull’evasione, pubblicata sul sito del ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti. E conferma il sostegno alla flat tax per gli autonomi: nella legge di Bilancio per il 2023, ha spiegato il sottosegretario all’Economia Federico Freni a 24 Mattino su Radio 24, l’attuale tetto di 65mila euro – che in base alle analisi degli esperti incentiva a non dichiarare i ricavi oltre quella soglia per continuare a godere del regime agevolato – sarà innalzato a 85-90mila. E i lavoratori dipendenti? In attesa di capire quante risorse ci saranno per ridurre il cuneo fiscale come promesso da Giorgia Meloni, l’unica certezza sembra essere una revisione al ribasso della soglia da cui scatta la riduzione delle detrazioni per spese mediche, scolastiche, interessi passivi sui mutui eccetera.
“Si dimostrerà finalmente che la flat tax non era uno slogan ma un programma strutturato che si fa in 5 anni”, ha sostenuto alla radio l’esponente del Carroccio. “Cominciamo assolutamente con autonomi e partite Iva, cominciamo con innalzare la soglia da 65 fino a 100mila euro, forse qualcosina meno, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche. Ma certamente in legge di bilancio troveremo il passaggio da 65mila ad almeno a 85mila”. E’ giusto farlo mentre con l’altra mano si tagliano le detrazioni fiscali per tutti i lavoratori dipendenti che pagano l’Irpef? Freni si è limitato a dire che “è un’ipotesi allo studio, non c’è nulla di certo”, e “ho qualche perplessità sulla soglia. Noi già sappiamo che da 120.000 euro le detrazioni oggi vengono sostanzialmente azzerate, ho qualche perplessità personale che sia corretta la soglia di 60.000 euro. Secondo me dovrebbe essere un pochettino più alta, ma comunque improntata ad un corretto principio di progressività cui la composizione della fiscalità italiana deve e vuole improntarsi”.
Per quanto riguarda il Superbonus si procede “adelante ma con giudizio. Non ci facciamo prendere dalla smania di dare concretezza a tutto nello stesso momento, la legge di bilancio avrà questi contenuti e sul superbonus valuteremo cosa fare. Il 90% è più di un’ipotesi ed è allo studio l’estensione per le unifamiliari per cui c’era il termine del 30 settembre, termine che si può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno”. Sul fronte dei crediti “c’è una sola cosa che non possiamo più accettare: che ci siano imprese con cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a scontare”.