di Margherita Cavallaro
La vita di chi ha quasi sempre ragione è solitaria e costellata di “ve l’avevo detto”. La frutta fuori stagione è al governo da poco più di un mese (meno se togliamo il tempo impiegato alla formazione del governo stesso) e già è stata fatta la prima proposta raccapricciante.
Ma Margherita – vi sento già piagnucolare – sei forse a favore delle occupazioni abusive? Beh, per esempio c’è differenza tra l’occupare uno stabile vuoto da anni, magari per farci un hub culturale indipendente e autogestito per giovani, e uno che ti si piazza in casa mentre sei in vacanza. Allora – continuerete – sei a favore delle feste dove la gente si droga e distrugge tutto? Prima di tutto la droga non è un problema solo ai rave, ma ancor più che quello contrariamente alla percezione del pubblico i rave raramente pongono un pericolo per le persone. Certo, ogni tanto si sente di qualche problema come per tutto, ma la realtà è che chi è fuori dalla scena crede che ci sia un rave all’anno e quello finisca in disastro, quando in verità di rave ce ne sono ogni giorno e nella maggior parte dei casi non succede niente, tanto che, appunto, la gente non sa nemmeno quanto spesso avvengano. Il problema, quindi, non sono davvero i rave, ma il fatto che nel migliore dei casi questo decreto dimostra un’incapacità legislativa cosmica, o nel peggiore usa i rave come una scusa per uno scopo ben più sinistro.
Se leggete il testo stesso, scoprirete che quello che viene punito sarebbe qualsiasi manifestazione o occupazione di suolo pubblico o privato di più di 50 persone che ha il potenziale di arrecare pericolo all’ordine pubblico. Notare, non arrecare effettivo pericolo al pubblico (ossia i cittadini), ma avere il potenziale di arrecarlo all’ordine. Questo vuol dire che, effettivamente, qualsiasi raggruppamento di più di 50 persone non precedentemente autorizzato sarebbe perseguibile.
Per darvi una prospettiva, quando nel 2016 Wake Up Italia era agli albori, abbiamo organizzato un paio di manifestazioni sotto l’Ambasciata Italiana a Londra per dare un segnale che noi italiani all’estero volevamo fortemente che la legge sulle unioni civili passasse. Ecco, secondo quel decreto (dato che un qualsiasi raggruppamento per sua stessa natura ha il potenziale di arrecare disturbo all’ordine e, anzi, quello in qualche misura è proprio lo scopo di ogni manifestazione o protesta) tutti i partecipanti sarebbero stati perseguibili con pena ridotta, tutti i materiali utilizzati per la protesta (quindi cartelloni, striscioni, etc.) sarebbero stati sequestrati e noi organizzatori saremmo andati in galera per 3-6 anni. Noi, ragazzi incensurati che non hanno mai fatto male ad una mosca (tranne forse me che con questo blog ogni tanto sembro ferire i sentimenti di qualche bambino speciale) e che semplicemente chiedevano parità di diritti.
Ovviamente la frutta fuori stagione ha detto che lo scopo non era certo reprimere manifestazioni politiche e/o di dissenso, però per me contano più i fatti di qualche pigra parola proveniente dal reparto ortofrutticolo e i fatti sono che, secondo questo decreto per come è scritto, se organizzo una grossa festa di compleanno stile picnic in un parco con tante persone posso andare in galera se a qualche poliziotto o passante gira male. Pensate a con che raccapricciante facilità questo potrebbe essere usato per reprimere qualsiasi forma di manifestazione non gradita al governo! È una cosa non solo fascista, ma da dittatura distopica alla V per Vendetta. È quello che succede nella Russia di Putin (vi ricordo sempre che questa rappresenta comunque un faro di civiltà per Fontana).
Per inciso, sottolineo che questo non ferma le occupazioni o i rave in alcun modo perché basta occupare uno stabile o fare una festa non programmata con un massimo di 49 persone e tutto va bene. Mi sembra quindi evidente che lo scopo sia dunque proprio quello di avere una scusa per reprimere una qualsiasi dimostrazione che renderebbe chiaro che la maggior parte degli italiani non sono a favore dei (dis)valori della frutta fuori stagione (nonostante ce la siamo ritrovata al governo comunque grazie alla legge elettorale).
Se invece mi sbaglio e tutto questo è semplicemente nato da una prepotente inettitudine, vorrei fare un’altra riflessione. Quando lottavamo per il ddl Zan ci veniva detto che la nazione aveva cose più importanti a cui pensare dei nostri diritti e del fantomatico “gender”. Ecco, adesso il mondo è sull’orlo quantomeno di una nuova guerra fredda e l’economia sta andando ovunque a rotoli, le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e non si sa se e a che costo ci saranno gas ed elettricità per tutti, ma l’assoluta priorità sono diventate le feste. Non mi pare ci sia bisogno che aggiunga altro.