Attuale amministratore delegato della società che controlla l’Acquario di Genova, vanta un’esperienza trentennale nel mondo dei cinque cerchi e dei grandi eventi sportivi. Manca solo la firma di Giorgia Meloni, poi dovrà ribaltare come un calzino un'organizzatore impantanata da mesi
La Fondazione Milano-Cortina ha finalmente una nuova guida. Dopo tre mesi di totale anarchia, con l’ex amministratore delegato Vincenzo Novari silurato in piena estate dal governo Draghi e non sostituito, e una serie incontrollata di voci, il ministro dello Sport Andrea Abodi è riuscito a individuare il nome giusto: Andrea Varnier, attuale amministratore delegato della società che controlla l’Acquario di Genova, ma soprattutto un’esperienza trentennale nel mondo dei cinque cerchi e dei grandi eventi sportivi.
Un manager olimpico per le Olimpiadi invernali. Una scelta “low-profile” dopo le impresentabili candidature di alcuni big della finanza e della politica, da Paolo Scaroni a Letizia Moratti. È evidente come il governo Meloni abbia voluto cambiare strategia per la guida di Milano-Cortina, nella speranza di abbassare i toni e sistemare un’autentica rogna lasciata in eredità dal governo Draghi. Del resto lo aveva preannunciato lo stesso Abodi: “Ho cercato di individuare un profilo partendo dalle caratteristiche della persona, non scegliendo il migliore in assoluto, ma il migliore in relativo”.
E Varnier in effetti non è un nome roboante, conosciuto per lo più solo dagli addetti ai lavori. Però se non altro ha un curriculum molto vicino a ciò di cui dovrà occuparsi. Più dell’attuale incarico in Costa Edutainment Spa (Acquario di Genova), contano i trascorsi pluriennali nel mondo olimpico: Varnier è stato direttore immagine già a Torino 2006, ha lavorato a Pechino 2008, Londra 2012 e soprattutto Rio 2016: dei Giochi brasiliani è stato proprio uno degli organizzatori, guidando il consorzio “Cerimonias Cariocas” costituito dalla locale Srcom e da Filmmaster Events.
Il suo percorso è legato proprio alla Filmmaster, colosso internazionale nella comunicazione dei grandi eventi sportivi, ma anche società ben introdotta nei salotti romani (della famiglia Abete): tanto per intenderci, è la compagnia che realizzò la fastosissima presentazione delle Olimpiadi di Roma 2024 costata da sola oltre mezzo milione di euro e finita nella lista di affidamenti pasticciati del Comitato della premiata coppia Malagò-Montezemolo (ma allora Varnier ancora non c’era); più di recente, ha lavorato con il Comune di Roma per le giornate degli Europei di calcio 2020 nella Capitale.
Il suo curriculum fa capire come mai il suo nome abbia messo d’accordo il litigiosissimo condominio della Fondazione Milano-Cortina. È gradito al Cio, che dopo lo sgarbo su Abodi si aspettava da Meloni un nome di sicuro affidamento (e chi meglio di una persona che conoscono da anni). Sta bene sicuramente al Coni di Malagò, che tra l’altro potrebbe ottenere anche la promozione della “delfina” Diana Bianchedi a direttrice generale. E poi (origine veronese) piace anche al governatore leghista Luca Zaia (mentre, a Milano, Attilio Fontana e Beppe Sala non hanno avuto nulla da ridire).
A questo punto si attende solo la firma di Meloni, a cui spetta formalmente l’indicazione. La situazione a Milano-Cortina è quasi disperata: bisogna trovare oltre mezzo miliardo di sponsorizzazioni private, l’ex Novari aveva parlato di trattative avviate per 280 milioni, ma fin qui di contratti ne sono stati sottoscritti pochi, e comunque al massimo per solo la metà dell’obiettivo. Il nuovo ad dovrà anche e soprattutto attirare le grandi compagnie (e per questo si era pensato a nomi pesanti come Scaroni e Moratti). Inoltre, la macchina del Comitato è impantanata e va rivoltata come un calzino, anche con scelte dure e impopolari all’interno. Varnier è un professionista di settore e assomiglia a una scelta di buon senso. Resta capire se sarà anche quella giusta.
Twitter: @lVendemiale