Chi vuole potrà inviare la propria candidatura entro il 27 novembre. Le giovani che partecipano al progetto dovranno impegnarsi a seguire il percorso suggerito dalla tutor e a partecipare agli incontri in presenza e/o a distanza: saranno un minimo di tre nell’arco di un semestre
Ragazze nella fascia d’età 16-25 e professioniste impegnate in svariati settori lavorativi. Il Comune di Milano punta a farle incontrare con un progetto di mentorship, cioè di tutoraggio, che unisce allieve (mentee) a figure con maggiore esperienza (mentor o tutor). Le seconde saranno chiamate ad aiutare le prime nel loro percorso di crescita e formazione. Per far sì che questo accada è stato aperto un bando apposito: chi vuole potrà inviare la propria candidatura entro il 27 novembre. Le ragazze dovranno dimostrare di avere l’età anagrafica richiesta e di essere residenti o domiciliate nel capoluogo lombardo per motivi lavorativi o di studio. In seguito si procederà a una selezione e le giovani saranno abbinate alle loro guide.
Queste ultime daranno la propria disponibilità a titolo gratuito, così come gratuita è tutta l’iniziativa: alla fine del percorso verrà compilato un report su risultati raggiunti e potranno essere indicati anche eventuali suggerimenti migliorativi dell’esperienza. Come ha detto al Corriere della Sera l’assessora alle Politiche del Lavoro Alessia Cappello, è la prima volta che il Comune si occupa di un progetto così incentrato sulla valorizzazione e la crescita lavorativa femminile (cioè di mentorship, appunto). Le tutor che hanno scelto di partecipare sono oltre 250. Fra loro, ha riferito sempre Cappello, ci sono nomi celebri: Emma Marcegaglia, Angela Missoni, la vicedirettrice del Corriere Barbara Stefanelli, la rettrice della Bicocca Giovanna Iannantuoni. Con loro anche le sei assessore comunali. Appartengono a mondi professionali differenti, scelti dall’amministrazione. Come si legge nel bando, sono questi: moda e design, editoria e cultura, economia e impresa (esempio: commercio, finanza, manifattura, ristorazione, ecc), multinazionali di prodotto e/o servizi, libere professioni (avvocati, commercialisti, ecc); pubblica amministrazione e istituzioni pubbliche.
L’intenzione, prosegue il bando del comune, è “stimolare un networking al femminile tra generazioni” in modo tale da “sviluppare nelle giovani donne una maggiore consapevolezza e autostima professionale e la capacità di ragionare e pensare in prospettiva di carriera”. Il nodo della questione ha radici antiche e tende a ripetersi. Secondo un report Istat relativo al 2021 e uscito in ottobre, le donne in Italia sono più istruite degli uomini: il 65,3% ha almeno un diploma contro il 60,1% tra i maschi. Il divario è maggiore se si considera la suddivisione in laureate e laureati, dato che le prime arrivano al 23,1% e i secondi sono il 16,8%. Le differenze sono molto più marcate rispetto a quelle osservate nella media Ue27. Il punto, però, è che il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce in una conseguente crescita lavorativa. Anzi, il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile: 55,7% contro il 75,8%. La distanza fra i due generi si riduce al crescere del livello di istruzione (31,7 punti per i titoli bassi, 20,3 per i medi e 7,3 punti per gli alti). Il Comune propone perciò di porre un tassello utile a correggere la tendenza. Per iniziare a farlo, le giovani che partecipano al progetto dovranno impegnarsi a seguire il percorso suggerito dalla tutor e a partecipare agli incontri in presenza e/o a distanza: saranno un minimo di tre nell’arco di un semestre.