Nella serata di ieri sono arrivate le dimissioni del presidente Alfredo Altavilla a cui il cda aveva già tolto le deleghe operative nei giorni scorsi. Il fondo statunitense Certares e Delta-Air France non hanno più l'esclusiva nella trattativa per rilevare una quota dal Tesoro. È quindi rientrata in gioco anche la cordata Lufthansa - Msc
L’Assemblea degli azionisti di Ita Airways, ossia il ministero del Tesoro che controlla il 100% della compagnia, ha deliberato per l’aumento di capitale da 400 milioni di euro e i soldi arriveranno entro fine mese, secondo quanto si apprende. Si tratta dell’ultima tranche del sostegno da 1,3 miliardi di euro al vettore sorto dalle ceneri di Alitalia autorizzato da Bruxelles. Inoltre è stato cambiato lo statuto della compagnia per la revisione del numero di consiglieri, che saranno da un minimo di tre fino a un massimo di 9 membri. Nello statuto di Ita è stata poi inserita la clausola del “simul stabunt simul cadent”, ossia nel caso di dimissioni della maggioranza dei consiglieri, decade l’intero cda. Nella serata di ieri sono arrivate le dimissioni del presidente Alfredo Altavilla a cui il cda aveva già tolto le deleghe operative nei giorni scorsi. Si è dimessa anche la consigliera Frances Ouseley. Lo si apprende da fonti informate sulla vicenda.
Rimane aperta la questione della vendita. Il fondo statunitense Certares e Delta-Air France non hanno più l’esclusiva nella trattativa per rilevare una quota dal Tesoro. È quindi rientrata in gioco anche la cordata Lufthansa – Msc. Intanto però la piccola compagnia italiana continua a bruciare denaro con perdite per circa 1,5 milioni di euro al giorno. La ricapitalizzazione decisa oggi agevola le trattative visto che ad un certo punto sembrava che il governo stesse cercando di accollare l’impegno al nuovo azionista. Durante la campagna elettorale Giorgia Meloni aveva espresso la sua contrarietà alla vendita della compagnia ipotizzando l’ennesimo tentativo di rilancio pubblico. Su Ita “continuano le trattative con più soggetti contemporaneamente per poter scegliere il migliore“, ha affermato il ministro per le imprese e il Made in Italy Adolfo Urso. “Non è più una compagnia statale ma è pure sempre la nostra compagnia di bandiera” ha detto Urso. Il problema per comprare Ita è che non è che ci sia esattamente la fila. comprensibilmente se si considerano i risultati finanziari e il fatto che il “vuoto” lasciato da Alitalia sul mercato domestico è già stato riempito in larga parte da compagnie low cost come Ryanair. Sulla privatizzazione di Ita “sarà il governo a decidere, finora noi di questo non abbiamo avuto possibilità di discutere. Perché non c’è stato nessun incontro di merito“, ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.