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Violenze sulle ginnaste, ChangeTheGame contro Malagò: “Così difende il sistema, basta stereotipo del corpo magrissimo a ogni costo”

Le parole del presidente del Coni hanno preoccupato i genitori delle giovani ginnaste: la loro risposta

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista pubblicata lunedì su Repubblica ha chiesto scusa alle atlete ed ex atlete della ginnastica ritmica, dopo le numerose denunce di violenze psicologiche che hanno portato al commissariamento dell’Accademia di Desio e all’apertura di inchiesta. Le sue parole però, più che rassicurare, hanno preoccupato i genitori delle giovani ginnaste che fanno parte di ChangeTheGame, un’organizzazione di volontariato da tempo impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, emotivi e fisici. “La risposta del Presidente Malagò, certamente gradita, perché dimostra che il Coni non intende abbandonare le ragazze che con coraggio e dolore hanno deciso di denunciare gli abusi subiti, non soddisfa. Preoccupa il richiamo alla ‘durezza‘ quale ingrediente necessario di un corretto allenamento, né è chiaro dove si collochi il precario confine tra ‘durezza’ e violenza psicologica“, si legge nella replica di ChangeTheGame a nome del gruppo Genitori di Ginnaste che conta oltre 3500 genitori di giovani atlete appartenenti a tutte le discipline federali (Fgi).

“Anche il suggerimento di una separazione di carriere tra chi ‘ha qualche chilo in più‘ e chi invece punta ‘all’eccellenza’ insinua il dubbio che il numero 1 del Coni non riesca ad immaginare che la strada verso il podio olimpico possa essere calcata da un’adolescente di taglia M, vincolando, così, questo bellissimo sport allo stereotipo del corpo magrissimo e sublime, da ottenere a costo di qualunque sacrificio“, prosegue il messaggio. “Malagò si interroga se ‘c’era un sistema che ha indotto gli allenatori a sbagliare’, ma non si rende conto che la risposta sta tutta lì: nell’assioma, che lui stesso sembra voler difendere, secondo cui il gesto atletico perfetto può provenire soltanto da bambine e giovani donne intrappolate per sempre in un corpo da farfalla. Ed è proprio questo ‘il sistema‘ che chiediamo al Coni di cambiare attraverso l’accertamento delle responsabilità e l’allontanamento definitivo di quanti hanno permesso che la violenza fosse messa a sistema sulla pelle di bambine innocenti, di chi si è voltato dall’altra parte, di chi non ha perseguito in modo rigoroso i responsabili, permettendo che quegli illeciti fossero colpevolmente perpetrati ancora e ancora”, conclude la presidente Daniela Simonetti.

Nella sua intervista a Repubblica, Malagò ha dichiarato che “chi ha sbagliato, se qualcuno ha sbagliato, pagherà”. “La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di ‘durezza’ è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato”, ha detto il presidente del Coni. Che poi ha difeso la posizione di Emanuela Maccarino, la direttrice del centro federale di Desio, al centro delle accuse. Maccarino siede anche in giunta del Coni. “Emanuela è in assoluto l’allenatrice che ha vinto più titoli. È straordinaria dal punto di vista umano e professionale. Non credo ci siano motivi per mettere in discussione il suo ruolo in Giunta. Un conto è la struttura commissariata, un conto è il suo ruolo. Le attuali Farfalle sono legate in modo formidabile a Emanuela e non credo siano plagiate”, ha risposto Malagò.