“Come affronterà il Pd le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia? Non si sa e non si capisce. Il Pd è lì, come l’asino di Buridano che, come peraltro dicono i sondaggi, muore nel mezzo, tra Terzo Polo e M5s. Se il Pd non prende una decisione chiara su da che parte stare, creperà nel mezzo. Non emerge assolutamente alcun disegno autonomo del Pd né sul piano dei programmi né sul piano delle alleanze”. È il caustico commento pronunciato nella trasmissione “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus) dal filosofo Massimo Cacciari sulla strategia elettorale del Pd per le prossime elezioni regionali in Lazio e in Lombardia.
Cacciari spiega: “Se Pd e M5s non faranno un’alleanza sia nel Lazio, sia in Lombardia, perderanno e regaleranno le regioni agli avversari politici. Il M5s e il Pd possono vincere solo se uniti, questo vale a livello nazionale così come a livello locale. Il Pd non può certo dire sì alla Moratti, altrimenti questo significherebbe rompere coi 5 Stelle. È pacifico questo. Se invece sposano la Moratti, si metteranno d’accordo con Calenda e Renzi. Ma Calenda e Renzi non si metteranno d’accordo mai col M5s”.
L’ex sindaco di Venezia si sofferma anche sulle politiche di Giorgia Meloni: “Il suo sovranismo? Uno in campagna elettorale può anche fingersi sovranista o nazionalista. Va bene se gli serve prendere qualche voto. Del resto, durante le propagande politiche, ne abbiamo viste di tutti i colori sin dalla Prima Repubblica. Ma non è quello il problema. Il problema – puntualizza – è ficcarsi nella testa che una visione sovranista oggi è fuori dalla realtà totalmente. Ogni nostro problema può essere risolto a livello meta-nazionale. Almeno a livello europeo, ma non solo, perché senza rapporto con le altre grandi potenze non si risolve nulla. Lasciamo ai propagandisti il parlare di sovranismo. Non esiste”.
Cacciari chiosa: “Tutti i paesi sono a sovranità limitata, anche la Germania e gli Usa, che ha tre quarti del debito in mano ai cinesi. Ma vogliamo ficcarcelo nella testa sì o no? O riusciamo a organizzare una politica policentrica, in cui tutti i centri della politica e dell’economia mondiale riescono ad accordarsi con patti e trattati oppure andremo verso una catastrofe politica, come effettivamente ora stiamo andando tranquillamente e ciecamente, giocando su termini ormai totalmente insensati. Lo vedremo dai fatti – conclude – E questi fatti saranno tragici purtroppo, se non riusciamo a capire che dobbiamo procedere verso una visione policentrica di questo nostro mondo. E noi potremmo far parte di questo gioco, se fossimo un’Europa politicamente unita. Fintanto che non lo siamo, saremmo sempre subalterni, alla faccia dei sovranisti che continueranno a chiacchierare e qualche allocco ci cascherà”.