Il Parlamento ha approvato la Nota di aggiornamento al Def e lo scostamento di bilancio. Se sul secondo il via libera è arrivato quasi all’unanimità, sulla prima le opposizioni del centrosinistra e del M5s hanno espresso voto contrario, mentre il polo centrista Azione-Italia Viva si è astenuto. “Una sospensione di giudizio perché come abbiamo più volte detto, noi faremo opposizione non pregiudiziale ma sui contenuti, puntando tutto sul contrasto al caro bollette e alla crescita e con una attenzione particolare all’equilibrio dei conti pubblici” ha spiegato in Aula a Palazzo Madama Raffaella Paita, la capogruppo. Tra gli astenuti anche il senatore a vita ed ex premier Mario Monti che ha sottolineato come avesse fatto la stessa cosa con il governo Draghi.
Non hanno la stessa opinione di calendiani e renziani le altre forze di opposizione che hanno giudicato la Nadef vaga e incerta. Carlo Cottarelli, senatore del Pd, usa un paradosso: meglio ricorrere all’esercizio provvisorio per un periodo limitato, ha detto in Aula nel suo primo intervento da parlamentare, che “richiedere alla Camere un’approvazione sulla base di una documentazione insufficiente o in tempi troppo limitati”. “La Nadef – ha aggiunto Antonio Misiani sempre per i democratici – non è testo neutro è un programma di governo. Ne ho visto tante ma non ne ricordo a memoria una così vaga e reticente”.
Sulla stessa linea il M5s: “Voteremo sì allo scostamento di Bilancio e voteremo no al nulla che è contenuto nella vostra nota di aggiornamento al Def” ha sintetizzato Ettore Licheri nella dichiarazione di voto al Senato. “Siamo nel pieno di una tempesta – ha detto sempre per i 5 Stelle la senatrice Alessandra Maiorino – Sono parole sue, signor presidente Meloni, che ha pronunciato proprio in occasione del voto di fiducia al suo Governo. Ma davvero pensate di condurre il Paese attraverso la tempesta con qualche pannicello caldo? Perché questo è quello che state facendo. Dall’aggiornamento di questa Nadef emerge con nettezza un quadro di risorse del tutto insufficiente per il 2023. Si favoleggia di una manovra da 30 miliardi di euro, ma lo stesso ministero dell’economia scrive nella Relazione sulla Nadef che lo scostamento di bilancio reale per l’anno prossimo è solo dello 0,6% del Pil, in soldoni poco più di 11 miliardi di euro. La attraversiamo in piroga questa tempesta, signor presidente?”. Boccia il documento anche il gruppo Sinistra-Verdi. “Nonostante la crisi ucraina abbia rafforzato le preoccupazioni sulla sicurezza energetica – rileva la capogruppo Luana Zanella – scompaiono nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 gli obiettivi della transizione ecologica e di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, in particolare dal gas. Questo rende il documento del governo Meloni del tutto inadeguato ai bisogni più urgenti del Paese. Da una parte, dunque, si taglia il reddito di cittadinanza e il superbonus, dall’altra, nonostante gli ulteriori 21 miliardi di risorse in deficit, restano invariati i sussidi dannosi dal punto di vista ambientale”.
Nonostante l’astensione del suo gruppo anche Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, alla Camera critica il governo per la poca incisività della Nadef: “Avete presentato un quadro macroeconomico talmente timido che persino i professoroni, i tecnici che tanto avete disprezzato – sottolinea – sono dal doppio a nove volte più ottimisti. Che vi è successo? E’ successo che avete sbattuto contro la realtà e avrete il problema di mantenere un consenso che avete preso in tutt’altro modo”.
A difendere il governo è il deputato della Lega Alberto Bagnai che “elogia una Nadef snella non composta di centinaia di pagine illeggibili per un normale parlamentare come avvenuto nel passato. “Il nostro pragmatismo è anche in questo”. Bagnai ricorda quindi di aver chiesto che si facesse uno scostamento di bilancio per affrontare il caro energia e sottolinea come “i tassi di interesse stiano ora decollando in tutto il mondo”. Difende il governo per la “prudenza” dimostrata con questo provvedimento perché, dichiara rivolgendosi all’opposizione, “è meglio la prudenza delle vostre sparate”. Le Nadef delle legislature passate, infatti, puntavano su previsioni che poi non si realizzavano, ricorda. “Dobbiamo tenere la strada dell’equilibrio e della prudenza” è il suo appello.
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Nella foto in alto – Il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il ministro per le Infrastrutture e segretario della Lega Matteo Salvini oggi al Senato