L’idea è del consigliere regionale leghista Andrea Cane ed è condivisa dall’assessore all’Istruzione Elena Chiorino. "Guardare alle tradizioni, al passato, a ciò che fa di noi quello che siamo è importante e necessario"
I dialetti piemontesi ma anche le lingue delle minoranze, presto, verranno insegnate anche a scuola. La proposta di legge, firmata da tutti i componenti della maggioranza della Regione guidata da Alberto Cirio, è pronta ad arrivare in aula e ad essere approvata. In ogni scuola, oltre a studiare l’inglese, il francese, lo spagnolo o il tedesco ci saranno ore (facoltative) dedicate all’apprendimento dei dialetti locali ma anche della lingua walser o franco provenzale.
L’idea è del consigliere regionale leghista Andrea Cane, classe 1980 (nella foto), orgoglioso di essere iscritto alla Lega fin da quando aveva quindici anni: “Non ho dubbi che le lingue straniere debbano essere studiate e mi auguro che vengano anche aumentate le ore d’insegnamento perché oggi non si può pensare di non sapere l’inglese o altro ma la mia proposta non lede assolutamente questo principio. Vogliamo pensare all’origine dei nostri territori, della nostra cultura dando la possibilità ai giovani di preservare le proprie origini. Guardare alle tradizioni, al passato, a ciò che fa di noi quello che siamo è importante e necessario”.
Cane, che è anche consigliere comunale di Ingria, il paese più leghista d’Italia (il 44% dei suoi 43 abitanti ha votato Matteo Salvini alle ultime elezioni), non ha figli ma vorrebbe che gli studenti di ogni paese sapessero parlare dialetto come è capace lui: “I giovani stanno perdendo l’uso dell’idioma tradizionale. In Valle Soana, dove vivo, a scuola c’è l’insegnamento del dialetto. Da qui l’idea di estendere questa pratica in tutta la regione soprattutto nelle città più grandi dove sono sempre meno le persone che conoscono le lingue locali”.
La proposta di legge, già sbarcata in commissione cultura, a breve arriverà in aula; sarà poi una commissione composta da membri degli atenei e degli enti locali a definirne le linee guida. L’ idea del consigliere leghista, condivisa dall’assessorato alla cultura e dall’assessore all’Istruzione Elena Chiorino, ha già creato qualche polemica, di cui Cane è consapevole. “Mi auguro che la Lega sia additata, per l’ennesima volta, di essere vocata all’autonomia – dice -. È nel nostro Dna. Non mi scandalizzo se un giovane parla il dialetto. Nella mia famiglia così come in municipio lo si usa”.
A sostenere il progetto legislativo di Cane è anche l’assessore Chiorino che al fatto.it spiega: “Si tratta di un’azione che va nell’ottica della valorizzazione dei territori ed è un processo culturale. Non a caso è passata attraverso la commissione ad hoc. Accanto a questa proposta, il mio assessorato, nei giorni scorsi ha presentato il potenziamento della nostra offerta formativa con la reintroduzione facoltativa del latino a scuola e il rafforzamento dello studio dell’italiano. Ho fatto questa scelta per prevenire errori grammaticali che sono ormai diventati patrimonio comune e che si leggono persino sui giornali. In Italia l’uso del congiuntivo sembra ormai essere diventato obsoleto. Non possiamo permettercelo”.