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The Crown 5, al via tra le polemiche: “A chi ci accusa di non rispettare il lutto diciamo: morto un sovrano se ne fa un altro”

Il 9 novembre debutta in tutto il mondo la quinta stagione di The Crown e Netflix non può che essere doppiamente soddisfatta: mai come questa volta, l’effetto valanga delle polemiche ha contribuito ad una promozione senza precedenti che rischia di trasformare il titolo in un evento ancora più clamoroso

di Francesco Canino

Il conto alla rovescia è arrivato ai giri finali. Il 9 novembre debutta in tutto il mondo la quinta stagione di The Crown e Netflix non può che essere doppiamente soddisfatta: mai come questa volta, l’effetto valanga delle polemiche ha contribuito ad una promozione senza precedenti che rischia di trasformare il titolo – diventato iconico, oltre che uno di quelli capaci di attrarre nuovi abbonati alla piattaforma – in un evento ancora più clamoroso. Come sempre, nella serie ideata da Peter Morgan il confine tra il vero e il verosimile è labile e in questa stagione sembra essersi assottigliato ancora di più, vista le clamorose prese di posizione di John Major e Tony Blair, gli ex primi ministri inglesi che hanno bollato come “stupidaggini assolute” e “spazzatura” le ricostruzioni degli sceneggiatori.

LA FURIA DI BLAIR E MAJOR CONTRO THE CROWN – Gli episodi di The Crown 5 si concentreranno su un arco temporale più vicino a noi, gli anni ’90, raccontando dunque la Royal Family alle prese con il “ciclone” Diana, il divorzio da Carlo, le presunte pressioni di quest’ultimo per scalzare la madre dal trono, accusandola persino di una reggenza anacronista e chiusa al mondo. Per farlo, avrebbe fatto pressione su Major prima e su Blair poi, ma entrambi gli ex premier hanno reagito negando le ricostruzioni fatte. Major ha invitato a boicottare la serie, Blair invece ha pubblicamente espresso il suo disappunto: “Siamo di fronte a fandonie calunniose e irrispettose nei confronti di personaggi che non possono difendersi perché non più tra noi. La finzione non deve essere spacciata per realtà”, ha tuonato tramite il suo portavoce.

WILLIAM CONTRO IL RACCONTO SULLA MADRE DIANA – Dunque, il disclaimer che compare a inizio puntata, e che spiega che si tratta di finzione (e non necessariamente di eventi realmente avvenuti), non basta a placare gli animi, tanto che persino l’attrice Judi Dench ha accusato di sceneggiatori di aver manipolato la verità, realizzando un ritratto irrispettoso della famiglia reale. Obiezioni già sollevate in privato da diversi membri della Royal Family, tra tutti il principe William, che aveva chiesto ai produttori e alla piattaforma (la stessa con la quale il fratello Harry ha firmato un contratto multimilionario per una docu-serie sulla sua vita in coppia con Meghan Markle) di non coinvolgere sua madre Diana, scomparsa nell’agosto del 1997. Invece Netflix ha tirato dritto, ha ingaggiato il controverso giornalista-biografo Andrew Morton come consulente per lo sceneggiato e la quinta stagione di The Crown ripercorre le fasi finali del matrimonio infelice tra Carlo e Diana, l’annus horribilis di Elisabetta, il ‘92, con le separazioni dei figli (anche quella di Andrea di York da Sarah Ferguson: quest’ultima, accusata di essere una principali fonti degli sceneggiatori, ha smentito tutto), le lotte interne alla famiglia, i presunti tradimenti del principe Filippo e l’incendio del castello di Windsor.

LA DIFESA DEGLI ATTORI DI THE CROWN – Inevitabilmente anche il cast di The Crown è finito nel mirino e la scelta di andare in onda ugualmente a pochi mesi dalla morte di Elisabetta II viene letto da molti sudditi come uno sgarbo alla sovrana. “È uno sceneggiato che è sempre stato di conforto per la gente, che è diventato un punto fermo”, ha risposto Dominic West, che ricopre il ruolo di Carlo, al Corriere della Sera. “Sarebbe stato insensato posticiparlo”, ha poi aggiunto. “La famiglia reale ci ha insegnato che appena muore un sovrano se ne fa un altro, si va avanti”, ha aggiunto Olivia Williams, l’attrice che interpreta Camilla. Sulla stessa linea (difensiva) anche Imelda Staunton, la cui somiglianza con la Regina Elisabetta è a tratti impressionante: “Mi dispiace che sia morta, ma sono contenta che abbia vissuto una vita lunga e piena di soddisfazioni. Non credo che fosse interessata all’idea di guardare una versione romanzata della sua vita. Aveva i suoi cavalli, i cani da portare a spasso”. Insomma, the show must go on.

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