Con tutto quello che succede voglio segnalare una questione davvero piccola, ma Dio (e il diavolo) sta nei dettagli: i giovani diventano adulti attraverso riti di iniziazione in tutte le culture. I passaggi da una fase della vita all’altra sono importanti e vengono riconosciuti tali e onorati. Nella nostra cultura ne sono rimasti pochi: uno sarebbe la discussione della tesi, alla fine di un percorso universitario.
Si suppone che una facoltà di psicologia dovrebbe essere molto consapevole dell’importanza di un rito che sancisca e celebri questo passaggio. A Pavia, alla conclusione della laurea triennale in psicologia, ho assistito alla non discussione delle tesi, che peraltro non aveva mai comportato un contatto tra relatore e laureando, su un articolo da commentare e analizzare. Questa sarebbe stato al massimo un’esercitazione buona per il primo o il secondo anno, e se si chiede poco si svaluta già il percorso, e non si dica che per una “vera tesi” c’è la laurea magistrale. E chi non prosegue?
C’erano quattordici candidati e la “cerimonia” è consistita nel chiamare sul palco i quattordici, leggere il cognome e il voto di ciascuno e pregarli di liberare il palco rapidamente e andarsene. Tempo della “cerimonia”, che ha anche ovviamente un valore legale e viene fatta in nome della Repubblica Italiana, misurato sul video: due minuti e quattordici secondi, poi tutti fuori. Uno squallore. Una nota ulteriore di demerito sui voti: nell’estate, non so con quali motivazioni, è stato abolito il maggior punteggio di laurea per i trenta e lode e quello per chi si laurea in tempo: ti sei impegnato? Hai dimostrato a volte un apprendimento davvero notevole? Un approccio originale al tema?!
“Hai fatto solo il tuo dovere”, sembra di sentir dire da pessimi educatori, che nel caso specifico non sembrano conoscere il valore del premio, anche simbolico. Non hanno studiato Skinner, a suo tempo. “Niente premi. Quattro punti di tesi è il massimo che puoi ottenere”.
Fuori in piazza le famiglie e gli amici hanno fatto a loro modo una celebrazione, con tanto di corona di alloro che gli studenti avevano scelto e pagato personalmente.
Complimenti ai professori del dipartimento di psicologia, che non hanno onorato in nessun modo gli studenti che hanno formato, svalutando il loro stesso lavoro.