Più della classifica, così netta e pure così provvisoria, delle indicazioni del campo o della cabala, quest’anno il vero spartiacque del campionato sarà Qatar 2022. Che porterà via i giocatori, li consumerà nel fisico e nello spirito e chissà in quali condizioni li restituirà alla Serie A. Ma come se ce ne fosse bisogno, anche il Mondiale per lo scudetto sembra dire Napoli.
Mancano ormai pochi giorni alla sosta per questo folle Mondiale d’inverno che taglierà in due la stagione. Ancora una giornata, poi i campioni di tutte le squadre partiranno per il Qatar (e a dire il vero molti sembrano essere lì con la testa già da settimane …). In attesa delle convocazioni ufficiali da parte di tutte le nazionali, una statistica è già chiara: fra le big, la squadra di Luciano Spalletti è quella che in teoria pagherà meno dazio al grande evento. Da un punto di vista numerico, ma anche e soprattutto qualitativo.
Se guardiamo le rose della Serie A, infatti, la Juventus è quella che perderà più giocatori. I convocati bianconeri bianconeri dovrebbero essere 11: Szczęsny e Milik (Polonia), Bremer, Danilo e Alex Sandro (Brasile), Paredes, Di Maria (Argentina), Kostic e Vlahovic (Serbia), McKennie (Usa), Rabiot (Francia); praticamente una squadra intera, oltre agli italiani resta fuori il lungodegente Pogba che così si spera possa recuperare la condizione a Torino. Segue a ruota il Milan, che potrebbe arrivare a quota 10: sicuri o praticamente tali Kjaer (Danimarca), Theo e Giroud (Francia), Leao (Portogallo), Dest (Usa), si attende la decisione sui tanti belgi del gruppo (De Ketelaere, Origi, Saelemaekers), Tomori (Inghilterra) e Ballo-Touré (Senegal). Per l’Inter la grande differenza la farà la convocazione o meno di Lukaku, e qui i tifosi nerazzurri non sanno bene cosa augurarsi, se vederlo recuperare la forma al Mondiale per ripresentarsi in tiro a gennaio, o restare a Milano arrivando alla ripresa con quasi 4 mesi di inattività. Gli altri sono gli argentini Lautaro e Correa (Argentina, quest’ultimo in bilico), Onana (Camerun), Brozovic (Croazia), Dumfries (Olanda), Gosens (Germania, in forte dubbio).
Poi l’impatto del Mondiale sulle rose inizia a calare. Della Roma partirà di sicuro solo Paulo Dybala con l’Argentina, ma che assenza (e che incognita, visto i muscoli di cristallo del fantasista): in attesa Vina (Uruguay), Rui Patricio (Portogallo), Zalewski (Polonia), lo stesso Tammy Abraham (Inghilterra) aspetta il verdetto finale dopo la recente crisi di gol. Per l’Atalanta saranno via in 4: Maehle (Danimarca), Koopmeiners e De Roon (Olanda), Pasalic (Croazia). Per la Lazio alla fine probabilmente solo in 2: Milinkovic-Savic (Serbia) e Vecino (Uruguay).
Il Napoli, infine, dovrebbe averne 5: Kim (Corea del Sud), Olivera (Uruguay), Anguissa (Camerun), Zielinski (Polonia), Lozano (Messico). Siamo più o meno nella media, dunque. Ma se Roma, Atalanta e Lazio non possono essere considerate vere rivali per lo scudetto, la differenza rispetto a Milan, Juventus e Inter è netta. Il Napoli perderà meno calciatori, e soprattutto ne perderà meno importanti: l’unica pedina davvero fondamentale è Kim, che però con la sua Corea dovrebbe avere un percorso teoricamente breve (girone, o al massimo agli ottavi); i vari Osimhen, Kvaratskhelia, Lobotka, che rappresentano la spina dorsale di una squadra comunque estremamente collettiva, resteranno in Campania, non rischieranno di infortunarsi o di compromettere la preparazione, come invece accadrà alle avversarie. Poi nessuno sa davvero come influirà questo Mondiale d’inverno, sa davvero sarà meglio riposarsi a casa o cavalcare l’adrenalina della Coppa, semplicemente perché non ci sono precedenti. Però sulla carta le indicazioni sono chiare. Un motivo in più per credere che Spalletti possa sfatare il tabù.