Siamo in piena stagione di castagne: elemento che metaforicamente non manca mai nelle domeniche bestiali… ma essendo questa una rubrica palesemente fuori stagione parliamo di tutt’altro. Di canzoni, per l’esattezza, pur non essendo in periodo di Sanremo. Perché pure tra i dilettanti ci sono storie degne di essere cantate o anche spunti che rimandano a canzoni già esistenti: da Caparezza a Renzo Arbore, dal compianto Giorgio Gaber all’ironia di Teo Mammucari fino a Michele Bravi. Per una volta, insomma, suoni veri e non solo il suono delle mazzate.
FACCIA A FACCIA CON UNA FOCACCIA
Caparezza è uno dei cantautori più bravi d’Italia: perfettamente normale che i suoi versi piacciano a tutti. Altrettanto normale che siano da esempio… un po’ meno quando si vogliono mettere fisicamente in pratica concetti poco chiari. È accaduto in Serie C, con l’allenatore del Montevarchi Roberto Malotti che arrabbiato col collega del Cesena, Domenico Toscano, lo ha messo, appunto “faccia a faccia con una focaccia”, lanciandogliela contro. Il problema è che in Italia pure la focaccia, come tante altre cose, è un concetto non ben definito e per questo ci è andato male Toscano: poteva trovarsi “faccia a faccia” con una focaccia di quelle morbide e invece era una schiacciatina dura, che gli ha pure provocato un taglio alla tempia. Insomma: ok Caparezza, non andrebbe bene Renzo Arbore col suo “Focaccia Blues”…qua si parla di Focaccia Hard Rock, non proprio metal ma quasi.
LO SHAMPOO
Una brutta giornata, non c’è niente da fare, non c’è via di scampo… quasi quasi mi faccio uno shampoo. Era la soluzione del compianto Giorgio Gaber, lo Shampoo: e anche in questo caso il suggerimento è arrivato distorto nei campi di calcio dilettantistico. Distorsione che è costata 250 euro alla Polisportiva Cgb Ssdrl, prima categoria Lombarda (anche se dal nome più che di calcio si direbbe de “La Ruota della Fortuna”). “Perché a fine gara nonostante la porta dello spogliatoio fosse stata regolarmente chiusa a chiave da un dirigente al rientro il direttore di gara constatava che tale porta era stata aperta e le scarpe e i vestiti imbrattati con shampoo”. E chissà che i tifosi della squadra con sole consonanti non abbiano pensato, dopo una partita storta che “La schiuma è una cosa sacra che pulisce la persona meschina Abbattuta, oppressa. È una cosa sacra Come la Santa Messa”.
A CIAVATTA
Una canzone ironica di Teo Mammucari faceva più o meno così: “Tu mi chiedi che cos’è Tu mi chiedi cosa sto cercando. A ciavatta!”. Ecco, la prima parte, quella interrogativo-dubitativa l’avrà sperimentata anche Maurizio Sarri visto che dopo il derby vinto si è ritrovato accanto, appunto, una ciabatta. Arrivata probabilmente dalla tifoseria della Roma… in ogni caso il tecnico toscano è andata meglio rispetto alla gara di Europa League col Feyenoord, dove il materiale arrivatogli accanto era sì relativo al comparto bagno-doccia, ma non ad abbigliamento e accessori.
IL MIO DIARIO DEGLI ERRORI
Non resta fuori da quel diario il giudice sportivo di Serie D che con un paio di imperfezioni linguistiche crea effetti esilaranti. Come i bicchieri di blastica dell’Arezzo (“Euro 1.800,00 e diffida AREZZO S.R.L. Per avere propri sostenitori dalla fine del primo tempo fino al termine della gara, lanciato numerosi oggetti (monete e bicchieri di blastica) all’indirizzo di un assistente arbitrale che lo colpivano alla schiena)” o come “l’oblio” di risarcire i danni imposto alla Triestina…ma tanto quando si tratta di multe “si butta a scordare” e va bene così.