Un errore che ha gettato nella disperazione una famiglia che sperava di ritrovare, benché in gravi condizioni, il figlio. Sono stati identificati grazie ai loro documenti d’identità, che erano nei portafogli appoggiati sui comodini, nella stanza da letto dell’appartamento del residence Linate a Novegro dove Francesco Mazzacane e Pietro Caputi sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio. I documenti di Pietro Caputo, però, sono stati trovati dal lato del letto dove giaceva, ormai senza vita, Francesco Mazzacane. E i soccorritori del 118, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di San Donato, che indagano sul caso, avrebbero confuso i nomi.
Il ragazzo sopravvissuto è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli e registrato come Francesco Mazzacane di 24 anni di Torre del Greco. I giovane deceduto, invece, è stato identificato come il 21enne Pietro Caputo, nato a Pompei e residente a Torre Annunziata. L’equivoco è stato scoperto solo oggi, quando i genitori di Mazzacane sono arrivati a Milano sperando di trovare il figlio ancora vivo, anche se in gravi condizioni, e invece nel letto di ospedale hanno trovato il fidanzato. A loro è toccato a quel punto il difficile compito di identificare il 24enne all’Istituto di Medicina legale di Milano. Nel frattempo le indagini per omicidio colposo, coordinate dal pm Luigi Luzi, proseguono ed è stato posto sotto sequestro il locale caldaie, dove si è sprigionata la perdita di monossido di carbonio che ha intossicato i due ragazzi. L’autopsia del 21enne, disposta ieri, verrà eseguita nei prossimi giorni.