“Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c***o, la mia vita è peggiorata”. Fedez, in una delle ultime puntate di Muschio Selvaggio, il podcast che conduce su YouTube, è tornato a parlare del tumore al pancreas. Alla presenza del filosofo Umberto Galimberti, con il quale si è riflettuto di futuro, il rapper milanese ha parlato di come l’esperienza con la malattia lo abbia cambiato profondamente ma in modo differenze da come vuole il ‘senso comune’.
“Quando mi sono ammalato di cancro – afferma a Fedez – la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c****o lo ha detto?”. E sul cambiamento della propria vita: “Sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?”. Proprio su questo punto è intervenuto Umberto Galimberti: “Fa parte della cultura cristiana, perché per i cristiani il dolore ha un valore perché ti riscatta dal peccato ed è una caparra per l’eternità e quindi il dolore viene messo in scena come una cosa positiva”.
Fedez ha spiegato anche le preoccupazioni maggiori che ha avuto subito dopo aver scoperto di avere un tumore: “Non avevo paura della morte in sé, la cosa che mi distruggeva di più era il fatto che i miei figli non si sarebbero ricordati di me. Quella roba li mi uccideva, mi faceva star malissimo”. E ancora sempre su Leone e Vittoria: “L’eredità più grossa che lascerò a questo mondo saranno gli insegnamenti che darò a loro, non sarà la musica. Se fossi morto, loro non si sarebbero ricordati del proprio papà perché sono troppo piccoli”. E sulla morte: “Ero contento che se fossi morto, sarebbe accaduto sotto i ferri perché l’operazione era una delle più rischiose dell’apparato addominale. Non sarei morto nel calvario della chemio. Di quello ero davvero grato”. Di una cosa Fedez si è mostrato sicuro: “La malattia ti cambia momentaneamente. Poi devi essere tu bravo. La vita ti mette una finestra in una stanza chiusa e devi essere in grado di riuscire ad aprirla quando vuoi tu. La malattia mi ha dato un’occasione di rivalutare le priorità della mia vita, ma non me lo ricorda tutti i giorni. Devo essere bravo io a tenere aperta quella finestra”.