L’ideologo di estrema destra russo e grande sostenitore dell’invasione dell’Ucraina, Alexander Dugin, torna a criticare Vladimir Putin. La ritirata da Kherson ha lasciato strascichi pesanti in patria per la credibilità del presidente e anche coloro che avevano appoggiato la campagna militare, seppur ritenuta troppo blanda, adesso lo attaccano. In un post su Telegram, poi rimosso secondo quanto scrive il Mirror, il padre di Darya Dugina, uccisa in un’incursione di un’agente di Kiev in territorio della Federazione, ha spiegato che in una autocrazia “diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti”, quindi “pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento“.
Parole che lasciano poco spazio al dibattito su chi sia l’obiettivo dell’invettiva. E come se non bastasse, il filosofo ultranazionalista specifica che il suo messaggio non è diretto ai militari: “Niente contro Surovikin“, ossia il capo delle operazioni militari in Ucraina. “Il colpo non è diretto a lui. È un colpo per voi-sapete-chi”, ha aggiunto sostenendo anche che il capo del Cremlino dovrebbe pagare con la vita.
Nel lunghissimo post su Telegram Dugin utilizza toni accorati: “Una città russa, capitale di una regione, si è arresa, è stata consegnata” e ora i “russi piangono e soffrono”. E per indicare il responsabile di tale fallimento, Dugin fa una riflessione sul potere russo, in cui al “sovrano viene dato potere assoluto per salvarci tutti in un momento critico”. E “se per farlo si circonda di schifezze o sputa sulla giustizia sociale è spiacevole, ma è giustificato per salvarci”. Al contrario, “se non ci salva, il suo destino è quello del Re della pioggia“, ossia essere ucciso, conclude citando un saggio dell’antropologo e storico delle religioni scozzese James Frazer.