“Il nuovo governo mancherà i suoi obiettivi fiscali a causa di un contesto economico che nel 2023 rimarrà difficile per tutto l’anno, poiché l’inverno 2023-24 accuserà notevoli venti contrari alla crescita economica”. Lo afferma una nota sull’Italia pubblicata dall’agenzia di rating statunitense Moody’s. A proposito della Nadef (la nota di aggiornamento delle stime di finanza pubblica pubblicata dal governo) Moody’s conferma che l’obiettivo di disavanzo 2023 sia “sostanzialmente superiore a quanto previsto dal governo Draghi a settembre (4,5% del Pil contro il 3,4%), ma le misure più costose proposte in campagna elettorale, che comporterebbero disavanzi di bilancio più elevati, non sono all’ordine del giorno nel 2023″.

L’agenzia rimarca anche i ritardi nell’attuazione del Pnrr, ossia nell’utilizzo dei fondi europei stanziati per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia. “L’esecuzione dei piani di investimento è in ritardo e la Nadef mostra che entro la fine del 2022 sarà stato speso meno dell’1% del Pil rispetto a un obiettivo iniziale dell’1,7%”. scrive. La società di rating ricorda che Bruxelles ha erogato 21 miliardi di euro dopo che l’Italia ha raggiunto tutti i traguardi e gli obiettivi previsti per la prima metà del 2022 con il governo Draghi, con due soli obiettivi in ritardo legati alla legge sulla concorrenza “tra cui una liberalizzazione dei prezzi al dettaglio del gas che potrebbe rivelarsi politicamente difficile nel contesto dell’attuale crisi energetica e potrebbe ritardare l’erogazione della prossima tranche”, scrive Moody’s. Il nuovo governo comunque “ha manifestato la propria disponibilità a seguire il piano disegnato dal governo Draghi, anche se è ancora possibile qualche tentativo di rinegoziazione” sul Pnrr “in particolare per tenere conto dell’aumento dei prezzi”, afferma l’agenzia. “Sebbene non facciano parte della nostra previsione di base, trasferimenti” per il Pnrr “inferiori alle attese nell’intero periodo del programma metterebbero sotto pressione gli investimenti“, soprattutto in un quadro come l’attuale di inflazione elevata.

Moody’s vede quest’anno per l’Italia una “performance economica migliore del previsto, sempre vincolata comunque all’approvvigionamento energetico”. Moody’s spiega di aver rivisto al rialzo la previsione sul Pil della penisola per il 2022 al 3,7% dal precedente 2,7%. Andrà male invece nel 2023. Giovedì l’agenzia di rating aveva invece abbassato le stime sul prodotto interno lordo dell’intera zona euro, portando le previsioni per il Pil italiano a meno 1,4%. La situazione dovrebbe stabilizzarsi l’anno seguente quando è attesa una ripresa del Pil dell’1,5%.

La società statunitense conferma che l’Italia “dovrebbe avrebbe gas sufficiente per durare fino a marzo 2023 (anche in caso di top alle forniture russe, ndr). Inoltre le misure di riduzione della domanda di energia messe in atto dal governo hanno iniziato a tradursi in un calo della domanda di gas, con un consumo in calo del 5,2% tra gennaio e settembre e l’industria a guidare il calo (-12,4%) mentre le famiglie hanno ridotto i propri consumi del 4,4%”. Resta una maggiore incertezza sulle forniture di gas europee dopo marzo 2023. “Sebbene il governo precedente abbia compiuto sforzi significativi per diversificare ulteriormente le forniture di gas italiane, prevediamo che l’approvvigionamento di gas non russo e la ricostituzione degli stoccaggi prima dell’arrivo dell’inverno 2023-24 saranno più impegnativi a causa del probabile calo della disponibilità di gas naturale liquefatto“, conclude Moody’s.

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