Cisl e Cgil: "Le trattative che si sono svolte sopra le nostre teste, tra le aziende private e la Rai, hanno penalizzato moltissimo i lavoratori. Per ora abbiamo dato priorità al tornare fisicamente in azienda, così da poter rivedere dall'interno il monte ore"
Erano in 34 e dal 30 settembre non lavoravano, né ricevevano lo stipendio. Oggi il caso dei facchini della Roger Logistics in servizio alla sede Rai di Torino è arrivato a una svolta, anche se temporanea e al ribasso. Il 7 novembre, infatti, 17 di loro hanno sottoscritto un nuovo contratto di lavoro con la GMI, titolare di un affidamento diretto con la tv pubblica fino a dicembre. Torneranno perciò in forze negli studi di via Verdi, ma a condizioni peggiori: per loro il monte ore passa da 40 a 20 ore settimanali. Salva soltanto la durata del rapporto di lavoro, che rimane “a tempo indeterminato”.
“Il prossimo anno si riapriranno le danze”, dichiara sconsolato Matteo Rossi della Fisascat Cisl, che ha seguito la vertenza dall’inizio. Niente da fare invece per i 10 lavoratori a tempo determinato: i loro contratti sono scaduti il 31 ottobre senza essere rinnovati.
Questo epilogo arriva dopo che sindacati e lavoratori hanno visto sfumare l’accordo tra la Elpe Global Multiservice e la tv pubblica. Una firma che fino a meno di un mese fa veniva data quasi per scontata: la multiservizi infatti aveva promesso di riassorbire tutti i lavoratori a tempo pieno. “Dopo un tira e molla la Elpe si è tirata indietro, allora la Rai è stata costretta a ricorrere a un affidamento diretto per tamponare”, spiega Rossi. All’indomani della firma del nuovo accordo con la GMI le due sigle che lo hanno sottoscritto – Fisascat Cisl e Filcams Cgil – hanno diffuso un comunicato durissimo.
“Lavoratori con quasi 20 anni di lavoro all’interno dell’appalto costretti a non accettare le nuove condizioni economiche nonostante mogli e figli a carico è una sconfitta per tutti”, scrivono. “Le trattative che si sono svolte sopra le nostre teste, tra le aziende private e la Rai, hanno penalizzato moltissimo i lavoratori. Per ora abbiamo dato priorità al tornare fisicamente in azienda, così da poter rivedere dall’interno il monte ore”, commenta il sindacalista.
Nei mesi scorsi i facchini hanno organizzato dei presidi di più giorni per denunciare la loro situazione e fare pressing sulla Rai. A luglio infatti l’azienda pubblica aveva annunciato che avrebbe agito in surroga e pagato gli stipendi arretrati al posto della Roger, ma la procedura è andata per le lunghe perché l’impresa avrebbe tardato a trasmettere gli f24.
“Per ora sono arrivate tre mensilità e stanno per arrivarne altre due”, assicura Rossi. Lo stesso è accaduto a Milano, dove i facchini Roger erano in servizio alla Rai e alla Scala. Il “tempio della lirica” ha pagato tutte le spettanze ad eccezione del Tfr, mentre la Rai si appresta a saldare il Tfr e i compensi di agosto. Nel capoluogo lombardo, però, i lavoratori l’hanno spuntata dopo un lungo braccio di ferro: la GMI li ha assunti a tempo pieno alle condizioni del contratto scaduto e lo stesso ha fatto l’impresa che è subentrata alla Roger nell’appalto della Scala. Lo conferma Davide Margarita della Uil Trasporti: “Il mini-appalto Rai è stato prorogato fino a fine novembre, poi l’azienda parteciperà alla gara per aggiudicarsi la commessa per i prossimi 8 mesi”.