Mentre il caos dentro il Partito democratico (lombardo e non solo) cresce ogni giorno di più, in Lombardia a fare un passo avanti è l’assessore comunale dem Pierfrancesco Maran. Al termine di una settimana in cui tra i dem si è fatta avanti anche l’ipotesi di candidare per le Regionali Letizia Moratti e di fronte allo stallo generale del partito, a proporsi è il responsabile alla Casa della giunta di Beppe Sala a Milano. “Da oggi sono in campo contro Moratti e Attilio Fontana, sono pronto a correre alle primarie che è lo strumento che propone il Pd come partito principale della coalizione. Sono abbastanza ottimista, magari il colpaccio riusciamo a farlo”, ha dichiarato a margine di un evento al Teatro Franco Parenti di Milano. “Può piacere o no questa proposta ma è chiara per dire: partiamo questo weekend, non lasciamo altro tempo a Moratti e Fontana. Se ci sono delle proposte alternative si palesino”.

Ma la scelta sembra già aver spiazzato i vertici regionali. “Dopo aver sondato alcune personalità”, ha scritto in una nota il segretario dem lombardo Vinicio Peluffo, “abbiamo proposto come soluzione per accelerare i tempi il metodo delle primarie di coalizione”, ma ieri sera nella riunione delle forze civiche e politiche di centrosinistra “non è stato ancora raggiunto un accordo in tal senso. Se qualcuno pensa che la strada della coalizione sia da abbandonare per una corsa solitaria del Pd si pone in netta contraddizione con quanto deciso insieme”. E ha ribadito: “Il mandato dell’assemblea regionale di domenica scorsa è stato chiaro: no alla Moratti candidata presidente e l’impegno a costruire la coalizione più larga possibile per battere la destra”.

Maran, dal canto suo, ha assicurato di aver avvisato i vertici e chiesto ai colleghi di partito di fare in fretta. “Ne ho parlato anche con il mio sindaco, Giuseppe Sala, con gli altri sindaci del territorio, ho informato il segretario nazionale Enrico Letta e quello regionale Vinicio Peluffo. Questi sono i passaggi che ho fatto e dubito che ora sia troppo tardi per fare le primarie“, ha concluso Maran. Rispondendo poi ai cronisti che chiedevano se si dimetterà da assessore, ha replicato: “Prima fatemi eleggere poi mi dimetto”.

A proposito del rapporto con i 5 stelle, il neo candidato alla Regione non ha lasciato intendere che ci siano grandi possibilità di alleanza. Ma piuttosto ha insistito sul fatto che il Pd deve fare da solo. “In Lombardia, i 5 stelle non hanno mai sfondato per un motivo”, ha detto, “hanno iniziato a fare politica perché in Italia c’era e c’è tutt’ora un serio problema di legalità. La nostra esperienza ci dice che noi siamo intransigenti, non lasciamo il tema della legalità a nessuno, lo rappresentiamo noi. Io sono una persona incorruttibile, così come lo sono tutti i nostri sindaci e amministratori. Al Partito democratico e alle nostre forze della coalizione sociale e ambientale dico che i temi dell’uguaglianza, dei cambiamenti climatici e dell’ambiente possiamo rappresentarli noi; io mi fido di noi. Non abbiamo bisogno di pensare che servono i 5 stelle, che in Lombardia significano decrescita, perché noi non siamo in grado di farlo. Non dobbiamo delegare questi temi, perché noi siamo questi temi qui”.

Maran ha quindi parlato delle mosse di Calenda e Renzi, anche in Lombardia. “Nessun elettore del Terzo polo si sentirebbe a disagio nel votarmi. Non credo che esista qualunque argomento di un elettore del Terzo polo per non votare per me e penso che molti di loro si sentirebbero a disagio a scegliere tra l’ex vicepresidente di centrodestra, Letizia Moratti, e il sottoscritto” che “rappresenta molto meglio quell’idea di innovazione per cui loro si sono affacciati in politica”. Ad ogni modo “io proverò ad allargare la coalizione il più possibile – ha spiegato – se c’è una sfida a tre aumentano le possibilità, anche perché la candidatura del centrosinistra è l’unica che può battere la Lega e la destra”. Se Moratti “recupererà voti a destra – ha concluso Maran – la distanza tra me e Fontana diminuirà e si potrà fare la grande impresa in Lombardia. La mia proposta dice: ‘proviamoci, crediamoci’. Abbiamo l’energia per cambiare insieme le cose”.

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