Da cinque mesi dai rubinetti esce acqua salata, torbida. Siamo ad Andora, in provincia di Savona. La prolungata siccità ha prosciugato i pozzi vicino al torrente della città e, andando a prelevare l’acqua più in profondità, l’acqua dolce si mischia a quella salata del cuneo salino del mare. Il disagio per gli abitanti potrebbe essere superato usufruendo dell’acqua proveniente dall’acquedotto del Roja, che già dovrebbe in parte servire il territorio, ma i tubi fatiscenti non portano una pressione sufficiente. Così, abitanti e villeggianti, continuano a pagare regolarmente la bolletta dell’acqua ma dal rubinetto esce acqua non potabile. Fino ad agosto sono andati avanti acquistando acqua in bottiglia, poi il consorzio che gestisce gli acquedotti della zona, Rivieracqua, ha fornito alcune botti che sono state installate in diverse piazze del paese. Ma scendere in strada per riempire taniche d’acqua per bere, cucinare e lavarsi, tutti i giorni, è un disagio che ha portato alla sollevazione della popolazione. “Vorremmo un tavolo tecnico con Comune e Rivieracqua – spiega Sabrina Grassa dal Comitato acqua cara bolletta – per trovare soluzioni che vadano oltre l’emergenza, pensiamo agli anziani che non riescono a procurarsi l’acqua autonomamente e sono stati lasciati soli, vorremmo indennizzi e chiarimenti”.
Dal Comune fanno presente che la gestione è totalmente in carico al consorzio, e da parte dell’amministrazione c’è già stato un contributo di 4 milioni per accelerare la sostituzione dei tubi rotti, che collegano al più efficace acquedotto del Roja. In attesa dei tempi tecnici per costruire l’opera (e dei fondi, previsti in parte dal PNRR e in parte dalla Regione, ma per ora solo promessi), il sindaco Mauro Demichelis propone di collegarsi al vicino acquedotto di Villanova di Albenga, che ricade sotto un altro ambito territoriale e necessità di un via libera eccezionale. “Per anni non si è fatto nulla – ammette Giacomo Chiappori, ex sindaco di Diano Marina e consigliere di amministrazione di Rivieracqua – sperando che non tornassero periodi di siccità che già si erano verificati negli anni Novanta. Quando si è costituito il consorzio pubblico di gestione dell’acqua, non tutti i comuni che ne fanno parte hanno dato il loro contributo, così siamo arrivati in ritardo a gestire quella che inevitabilmente è diventata una situazione emergenziale”.
Gli indennizzi per gli abitanti – che pagano la bolletta dell’acqua pur non potendo usarla da cinque mesi – arriveranno, “ma per legge saranno irrisori rispetto al danno subito – ammette il consigliere di Rivieracqua a ilfattoquotidiano.it – L’unico dato positivo è che, se i fondi promessi arriveranno per tempo, entro fine anno potremmo partire con i lavori di ammodernamento del collegamento con l’acquedotto del Roja e, se tutto va bene, la prossima estate dovremmo riuscire a far fronte a eventuali carenze idriche”. Per contro se l’inverno sarà poco nevoso come quello dello scorso anno, l’emergenza tornerà tale e quale, perché le riserve d’acqua del territorio sono possibili solo grazie agli accumuli della alture sulle alpi liguri.