Se c’è un episodio della quinta stagione di The Crown destinato a far rumore più di tutti gli altri è senza dubbio il quinto, quello dal titolo “The Way Ahead”. Definire la puntata controversa è un eufemismo e come se non fossero bastate le polemiche che hanno preceduto la messa in onda della serie di Netflix che racconta la vita (pubblica e privata) dei Windsor, il creatore Peter Morgan e gli altri sceneggiatori sono alle prese con l’ennesima bufera mediatica. Ad innescare la discussione è il cosiddetto “Camilla gate”, ribattezzato malignamente da altri “tampax gate”, che riporta con la memoria indietro al 1993, quando i media di tutto il mondo ripresero una conversazione intima e imbarazzante tra il futuro re Carlo – all’epoca sposato con Lady Diana – e Camilla Parker Bowles, a sua volta sposata con Andrew Parker Bowles.
LA TELEFONATA SHOCK TRA CARLO E CAMILLA
Prima occorre partite dai fatti, acclarati da numerose ricostruzioni. La telefonata tra i due amanti risale ad una notte del 1989, quando il principe Carlo si trovava a casa di un’amica, Anne Grosvenor, la duchessa di Westminster, mentre Camilla era nella sua abitazione con i figli (il marito, era fuori per lavoro). Nella puntata di The Crown l’erede al trono, interpretato da Dominic West e Camilla (Olivia Williams) riprendono quasi integralmente la trascrizione della telefonata, che finì sui giornali di tutto il mondo creando scandalo e imbarazzo a corte. Ma cosa si dicevano i due amanti? “Oh Dio. Vorrei vivere nei tuoi pantaloni. Sarebbe molto più facile”, disse Carlo. “In cosa ti trasformeresti? In un paio di mutande?”, rispose Camilla. Entrambi poi scoppiarono a ridere e il principe replicò: “Oppure, Dio non voglia, in un Tampax. Che fortuna!”. Camilla proseguì: “Sei un completo idiota. Che idea meravigliosa”. Pochi secondi dopo aggiunse: “Forse potresti trasformarti in una scatola”. E Carlo le domandò: “Che tipo di scatola?”. Ed ecco il gran finale: “Una scatola di Tampax, così potresti andare avanti per un po’”.
COME SALTÒ FUORI LA CONVERSAZIONE PICCANTE
Dove finisce il vero e dove inizia il verosimile nelle scene di The Crown è tutto documentato, almeno rispetto a questo episodio, visto che i giornali riportarono nel dettaglio la conversazione, a cominciare dal Sunday Mirror e dal People che la svelarono per la prima volta nel ’93. Gli sceneggiatori in questo caso hanno deciso di riportare quasi fedelmente la trascrizione della telefonata che, ricostruirono i giornalisti, sarebbe stata registrata per caso da un radioamatore. Ma in molti hanno sempre dubitato di questa ricostruzione semplicistica. Secondo il Los Angeles Times non sarebbe da escludere “il coinvolgimento delle agenzie di intelligence britanniche”, le quali avrebbero agito nell’ombra anche per rendere pubbliche altre chiamate private (e compromettenti) fatte da Lady Diana.
LA BIOGRAFA CRITICA THE CROWN
Uno dei giudizi più duri su questa puntata di The Crown arriva da Sally Bedell Smith, che ha scritto della conversazione anche nella biografia Prince Charles: The Passions and Paradoxes of an Improbable Life. “Mi è sembrato più che ironico che, quando gran parte della serie è inventata – dialoghi inventati, scene inventate – si rifugiasse nella realtà dei fatti quando ciò si adattava ai loro scopi e sminuiva la famiglia reale”, ha detto la scrittrice a Vanity Fair. Poi ha aggiunto: “Quello che ho trovato affascinante non è stato tanto il linguaggio che hanno usato, che ha aperto gli occhi all’erede e alla sua fidanzata, quanto il fatto che ha mostrato la loro dinamica. Lui aveva bisogno di essere costantemente rassicurato perché si sentiva molto vulnerabile… Lei era molto materna con lui. Lui era insicuro. Queste sono le cose che ho cercato di sottolineare [nel mio libro]. Ma penso che assuma un aspetto del tutto nuovo e potenzialmente dannoso quando si ricreano quelle parole”.