Un campionato è finito. Il primo di questa assurda stagione tagliata in due dal Mondiale in Qatar. Con una squadra davanti a tutte: il Napoli. E poi le altre dietro, il Milan, la Juventus, l’Inter, la Lazio, staccate a distanza siderale, chi per un motivo chi per l’altro, ciascuna con una marea di problemi. A gennaio inizierà il secondo campionato, e chissà se sarà davvero diverso come ripetono tutti da settimane. È come se il Napoli avesse vinto il torneo di apertura. Solo che non siamo in Sudamerica, e lo scudetto lo vince solo chi arriva in testa alla fine.

Fin qui però è stato davvero un no contest: una differenza quasi imbarazzante, difficile da commentare. Il Napoli ha il giocatore più divertente della Serie A, Khvicha Kvaratskhelia, un georgiano pescato in Russia per una manciata di milioni e già diventato un top player di caratura mondiale. Ha l’attaccante più forte, Victor Osimhen, una forza della natura, ma ne ha anche fatto a meno senza problemi. Ha la rosa più profonda e soprattutto più coinvolta, dove ogni elemento è pronto se chiamato in causa. Ha l’allenatore, Luciano Spalletti, che in questo momento è più padrone della sua creatura. Vince più di tutti, gioca meglio di tutti, non solo in campionato ma anche in Champions League, dove ha dominato il girone del Liverpool accusando minimamente la fatica. È semplicemente la squadra migliore d’Italia, tra le più forti in Europa. Nient’altro da aggiungere.

Le altre è come se avessero giocato in un’altra categoria. Il Milan rimane la squadra “più squadra” e infatti è un pochino meno indietro delle altre: ha vinto svariate partite immeritatamente, aiutata dagli episodi e a volte anche dagli arbitri, ma non a caso, perché la fortuna aiuta gli audaci e sicuramente i rossoneri ci credono fino alla fine. Certo, però, complici le fatiche europee qualcosa nel giochino di Pioli sembra essersi inceppato. La Juventus ultimamente è tornata la Juventus, ma sempre la Juventus di questo Allegri: una squadra che anche se vince (6 successi di fila) gioca malissimo, e senza idee basta poco a riperdersi. L’Inter invece è una costante delusione: probabilmente la squadra più forte, senza dubbio la più fragile, che ricade sempre negli stessi errori. Riusciranno le avversarie a superare i propri limiti? Perché con il divario che si è accumulato un’eventuale rimonta passa anche da una striscia di vittorie quasi da record: la Juve ne ha appena fatta una ed è ancora lontanissima.

Adesso c’è una sosta di quasi due mesi, un unicum nella storia: nonostante le teorie più svariate (favorirà il Napoli che cede meno giocatori alle nazionali e sarebbe presto calato, anzi no lo danneggerà perché spezza il ritmo agli azzurri) nessuno sa davvero se e come impatterà sul campionato, semplicemente perché non ci sono precedenti. Quel che è certo è che alla ripresa, ci saranno subito due partite decisive: Inter-Napoli e Napoli-Juve, e in quei dieci giorni probabilmente già capiremo se la lotta per lo scudetto potrà riaprirsi o meno.

Il Napoli può perdere gli scontri diretti: di misura a San Siro, uno scivolone in casa contro Allegri e allora la classifica sarebbe improvvisamente più corta. Spalletti può spezzare l’idillio con lo spogliatoio sul più bello ed infilarsi in un tunnel senza luce, come spesso invero gli accaduto in carriera in passato. L’ambiente può tracimare di passione e caricare la squadra di una pressione impossibile da reggere. De Laurentiis è De Laurentiis, capace di tutto. E poi ci sono anche gli infortuni. E magari gli errori arbitrali, che nelle ultime giornate hanno indubbiamente tirato su qualche rivale settentrionale. La verità è che il calcio è imprevedibile e ci sono mille modi, uno più improbabile dell’altro, in cui il Napoli può ancora perdere lo scudetto. Ma se la squadra è davvero così forte, e non c’è motivo di pensare che il campo abbia mentito, saprà non farne realizzare neanche uno.

Twitter: @lVendemiale

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