Assolto anche il collaboratore Stefano Negroni. L’inchiesta era nata da un esposto di due ex attivisti, e contestava a vario titolo una manciata di firme raccolte fuori regione, durante la kermesse del Movimento 5 Stelle al Circo Massimo e alcune sottoscrizioni disconosciute dai firmatari e certificate come autentiche
Si conclude con due assoluzioni perché “il fatto non sussiste” il processo di primo grado davanti al Tribunale di Bologna scaturito dall’inchiesta sulla raccolta firme a sostegno della lista del Movimento 5 Stelle per le Regionali in Emilia-Romagna del 2014. I due imputati assolti sono il consigliere comunale di Bologna Marco Piazza, ex M5s, oggi di Articolo 1, e un suo collaboratore, Stefano Negroni. Entrambi erano accusati di violazione della legge elettorale e la Procura aveva chiesto un anno ciascuno. La posizione di un’altra ex attivista era stata stralciata per problemi di salute.
L’inchiesta era nata da un esposto di due ex attivisti, e contestava a vario titolo una manciata di firme raccolte fuori regione, durante la kermesse del Movimento 5 Stelle al Circo Massimo e alcune sottoscrizioni disconosciute dai firmatari e certificate come autentiche. Nel 2019 un’altra ex attivista M5s, Tania Fiorini, che aveva optato per il rito abbreviato era stata condannata invece a sei mesi e dopo aver impugnato la sentenza la Corte d’Appello l’ha assolta per falso innocuo. Piazza e Negroni sono stati difesi dagli avvocati Giulio Cristofori e Davide De Matteis.