di Claudio Bisani

Lo scorso 23 ottobre, un noto quotidiano milanese titolava Il boom di Linate e Malpensa, con toni esultanti per il previsto incremento del 40% dei voli. Quelli che però non esultavano leggendo il pezzo erano molti cittadini del quartiere Adriano di Milano e del Comune di Sesto San Giovanni, sul cui territorio già vedono – e soprattutto sentono – 60 decolli giornalieri da Linate, con il loro forte rumore.

L’inquinamento acustico è presente tutto l’anno ma si intensifica nei mesi in cui le finestre restano più aperte e i balconi vengono più utilizzati, rendendo ancor più necessario alzare il volume della tv o sospendere una telefonata durante il picco acustico. In questa specifica area della metropoli milanese, la convivenza col rumore inizia a mo’ di sveglia forzata alle 06:25 di ogni mattina (con l’Amsterdam KL1618) e termina alle 20:55 di ogni sera (col Parigi U23936).
Nell’arco di queste 12 ore di traffico aereo, quei 60 decolli si attestano sulla media di uno ogni 12 minuti, con momenti in cui si susseguono a soli 2 minuti di distanza tra di loro, e finanche con 4 aerei di fila.

È sottinteso che il progresso e l’economia non si discutono ma vanno ben governati, perciò la domanda è: si sta governando bene la distribuzione delle rotte in decollo da Linate? La risposta è no. Per capire la situazione attuale e proporre un miglioramento complessivo, serve conoscere l’operatività di Linate, facilmente reperibile su app o siti appositi.

Da Linate i decolli avvengono verso nord per poi immettersi su 3 rotte diverse in base alle destinazioni: rotta Est, rotta Nord-Est e rotta Nord-Ovest. La rotta Est è per le destinazioni italiane e dell’Europa mediterranea, col 55% dei decolli, su un’area abbastanza agricola. La rotta Nord-Est è per l’Europa “centrale” (Monaco di Baviera, Berlino, Stoccolma), con soltanto il 5% dei decolli, su un’area prevalentemente agricola. La rotta Nord-Ovest è per l’Europa occidentale (Londra, Parigi, Francoforte, Bruxelles, Amsterdam), con ben il 45% dei decolli, su un’area oltretutto popolosissima: sono i suddetti 60 voli giornalieri.

Qual è la ratio per cui fu deciso di far transitare ben 60 voli sulle case di ben 200mila cittadini milanesi e sestesi (rotta Nord-Ovest), mentre soltanto 7 voli vengono fatti transitare sulla rotta Nord-Est, che passa su aree prevalentemente agricole, laddove le abitazioni impattate sono in numero considerevolmente minore?

La ratio semplicemente non si vede: e intanto gli aerei passano a soli mille metri di quota su via Saragat del quartiere Adriano di Milano, poi attraversano Sesto San Giovanni sui suoi quartieri Cascina Gatti, Municipio e Rondinella e infine prendono alta quota una volta raggiunta Cinisello Balsamo (altra città con notevole densità abitativa).

Le proporzioni tra le due rotte Nord-Est e Nord-Ovest dovrebbero venire quantomeno invertite e sarebbe ancor meglio se quest’ultima non esistesse affatto, qualora volessimo considerare – oltre all’inquinamento acustico – pure il fattore sicurezza e il rilascio di kerosene, nonché il futuro impatto negativo sui valori immobiliari, dato che il numero dei voli – come già esposto – aumenterà del 40%.

Per dare un’idea della rapida crescita del numero dei voli sulla rotta Nord-Ovest, basti segnalare che lo scorso 12 settembre sono stati attivati due2 nuovi voli di linea giornalieri (AZ444 ed AZ448) e – dopo neanche due mesi – lo scorso 31 ottobre sono stati attivati ulteriori 6 nuovi voli di linea giornalieri (AZ314, AZ408, BT5630, EN8801, U24278 ed U24280).

Ma il prossimo passo quale sarà? L’attivazione di voli notturni come a Malpensa?

L’auspicio è che il Comune di Milano (insieme al suo Municipio di Zona 2) e il Comune di Sesto San Giovanni si facciano promotori di una più razionale redistribuzione delle rotte presso la Direzione dell’Aeroporto di Linate, l’Enac, l’Enav, la Sea e l’Arpa Lombardia, come peraltro già fecero le precedenti amministrazioni in epoche passate.

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