La ripresa del settore automotive sarà ancora lunga, secondo il Global Automotive Outlook di AlixPartners: la situazione geopolitica instabile e il conseguente aumento dell'energia stanno vanificando il recupero sul costo delle materie prime inizialmente registrato. E si allarga la forbice di convenienza tra i veicoli tradizionali e quelli elettrici, a vantaggio dei primi
Il caro energia pesa sensibilmente anche sull’industria automotive, che stenta ancora a raggiungere una situazione di stabilità, seppure ad oggi il costo delle materie prime risulti diminuito rispetto a ciò che è stato nei primi mesi del 2022.
Stando a quanto riportato dal recente Global Automotive Outlook di AlixPartners, nel 2022 il numero di veicoli immatricolati a livello globale sarà di 78 milioni, il che confermerà una leggera flessione delle vendite rispetto a quelle dello scorso anno, che sono state 80 milioni.
Le previsioni vedono comunque un miglioramento per il 2023 e il 2024, con 84 e 90 milioni di immatricolazioni (pari a quelle raggiunte nel 2019) stimate rispettivamente, dovuto in parte a una minore difficoltà di reperire semiconduttori, in parte anche al mercato cinese che sarà trainante in questo, contribuendo da solo a raggiungere più di 30 milioni di immatricolazioni nel 2026.
Quanto alla situazione italiana, secondo lo studio della società di consulenza americana il mercato di quest’anno segnerà una perdita di circa il 34% rispetto al periodo pre-Covid del 2019, con vendite totali per circa 1,3-1,4 milioni di vetture. Da qui al 2025, invece, le stime sono positive, con 1,6 milioni di immatricolazioni.
A pesare sulle stime viste al ribasso è soprattutto l’instabilità della situazione geopolitica, il costo aumentato di materie prime quali l’energia, e una difficoltà a reperire i semiconduttori:“La parziale riduzione dei costi delle materie prime rispetto al picco di marzo 2022 (-38%) è tuttavia parzialmente vanificato dal contemporaneo aumento di circa 500 euro a veicolo derivante dall’aumento recente del costo dell’energia” ha spiegato Dario Duse, EMEA co-leader dell’Automotive&Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners, “la tensione sui costi e sulla loro ridistribuzione nella catena di fornitura rimangono centrali per l’industria”.
Se si pensa alle materie prime necessarie alla produzione di un veicolo elettrico, invece, la diminuzione dei costi tra marzo e settembre 2022 è inferiore rispetto a quella registrata per le auto a motore endotermico, ferma al 26%, ma rimane superiore ai valori medi relativi al 2020 (l’incremento di settembre 2022 contro la media del 2020 si attesta intorno ai 2.150$/veicolo).
“Nella prospettiva del consumatore, l’aumento dei costi energetici allontana ancora di più la percorrenza necessaria per arrivare a un sostanziale pareggio tra vetture ICE a BEV” dice Paolo Pucino, Director di AlixPartners: “con i valori attuali del costo dell’energia, sono necessari circa 400.000 km per pareggiare il maggiore costo di acquisto; tale valore scende a circa 280.000 km considerando gli attuali incentivi, evidenziando ancora una volta la rilevanza degli aiuti di Stato come strumento fondamentale di supporto alla penetrazione delle vetture a batteria”.