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Arriva l’ape gigante cinese, l’allarme dei ricercatori: è la “prima ape solitaria invasiva nell’Europa continentale”

L'analisi nello studio di Julia Lanner, dell’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna, che fa il punto sui rischi per la biodiversità europea e non solo, derivante dalla diffusione della cosiddetta “ape resinosa gigante” o, appunto “ape cinese”

Sarebbe la cosiddetta “ape cinese” (Megachile sculpturalis), una delle minacce incombenti alla biodiversità europea, secondo un nuovo studio apparso, su “Science of The Total Environment”. La “prima ape solitaria invasiva nell’Europa continentale” secondo gli autori della ricerca, si sarebbe ampiamente diffusa grazie all’uomo e al suo impatto sull’ambiente, “invadendo” il Nord America ed iniziando una simile conquista del Vecchio Continente. Va precisato, che quando si parla di api, vespe e affini la confusione regna spesso sovrana sotto il cielo. Ingiustificati allarmismi cui fanno da contraltare sconcertanti sottovalutazioni (soprattutto in tema di importanza degli insetti per l’ambiente) alimentano il “dibattito nazionale” dando la stura a isterismi e forme di becera emotività che poco si conciliano con una disamina prudente e soprattutto empirica delle questioni in campo. Ben vengano allora studi scientifici come quello di cui sopra, intitolato “Sulla strada: i fattori antropogenici spingono in avanti il rischio di invasione di una specie di ape solitaria selvatica” (On the road: Anthropogenic factors drive the invasion risk of a wild solitary bee species), a prima firma di Julia Lanner, dell’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna, nel quale si fa il punto sui rischi per la biodiversità europea e non solo, derivante dalla diffusione della cosiddetta “ape resinosa gigante” o, appunto “ape cinese” (Megachile sculpturalis).

Una diffusione, spiegano i ricercatori, spinta in gran parte dall’uomo e dalle sue reti di trasporto. “Poca attenzione è stata prestata alle api selvatiche solitarie e invasive, nonostante il loro crescente riconoscimento come potenziale minaccia globale per la biodiversità”, scrivono gli autori dello studio, che presentano quello che definiscono “il primo approccio completo alla modellazione della distribuzione delle specie mirato all’ape invasiva Megachile sculpturalis, che è attualmente in fase di espansione parallela in Nord America e in Europa. Se negli ultimi decenni la specie ha ampiamente colonizzato le aree più adatte del Nord America, la sua invasione dell’Europa sembra essere agli inizi. Abbiamo dimostrato che la sua attuale distribuzione è in gran parte spiegata da fattori antropici, suggerendo che la sua diffusione è facilitata dal traffico stradale e marittimo.”

Un insperato alleato nel rallentare questa specie potrebbe derivare dal cambiamento climatico che in alcuni casi metterebbe in campo condizioni sfavorevoli alla sua diffusione o comunque adatte a riorientarne le direttrici di marcia. Ma la guardia deve restare alta, soprattutto in Europa, dove l’invasione è all’inizio. “La Megachile sculpturalis è un invasore di successo di due continenti e la prima ape solitaria invasiva nell’Europa continentale – spiegano ancora gli studiosi – Come impollinatore, la M. sculpturalis influenzerà reti biotiche complesse aggiungendo nuove interazioni, facilitando specie esotiche o sostituendo altre, portando potenzialmente a co-estinzioni di piante ospiti e a importanti perdite di diversità filogenetica. Ciò è associato a un potenziale insieme di pericoli per l’ambiente colonizzato, come ad es. il superamento delle specie autoctone, la diffusione di agenti patogeni e/o parassiti”. L’auspico è che gli strumenti di analisi di questo studio possano servire di base per una vasta rete di studio e ricerca che monitori l’evoluzione di questa e di altre specie invasive, così da poter eventualmente intervenire con efficacia ed efficienza.