Società

Doppio suicidio di Forlì, ovvero quando Internet prende il posto della concretezza

Una storia d’amore culminata con due suicidi. Giulietta e Romeo? No, più prosaicamente una storia fra il desiderio sublime e la realtà squallida dei nostri tempi malandati nei quali, spesso, Internet prende il posto della concretezza.

Un giovane di 24 anni si innamora di una bella ragazza, presumibilmente dolce e affettuosa, conosciuta on line. Una storia come tante, di questi anni. L’idillio continua per parecchio tempo con scambio di foto, pensieri, emozioni e momenti di intimità emotiva. Il giovane si suicida dopo aver scoperto che la ragazza, così avvenente in foto, non esiste ma è “interpretata” da un vecchio uomo. Vari fattori, presumibilmente, hanno innescato questo gesto di ribellione tra i quali primeggia l’amore infranto, sommatosi a eventi di vita che non conosciamo, con l’aggravante della sensazione di essere stato tradito, turlupinato. Aver messo a nudo gli elementi più intimi del proprio animo e sentirsi ora inerme di fronte a chi non ne avrebbe il diritto è una terribile ferita.

Un uomo di 64 anni adesca giovani alla ricerca di amore. Non sappiamo perché lo fa. Non sembra per lucro, per farsi mandare denaro come capita in siti russi e ucraini. Possiamo fare svariate ipotesi. Quella più verosimile (o che piace di più a me psicoanalista) è che sia alla ricerca di un poco di affetto, di amore surrogato. Interpreta un personaggio inventato. Si sente come Cyrano de Bergerac, non può mostrare il suo vero volto, ma solo il suo animo sensibile attraverso la chat. Forse si innamora veramente dell’animo del ragazzo, forse gode all’idea di turlupinare un gonzo. Immagina se stesso come il Gobbo di Notre Dame. Prigioniero di un corpo che non sente suo, vecchio, decadente; vorrebbe essere una fanciulla leggiadra. Vorrebbe poter donare affetto; forse lo dona anche. In cuor suo, però sa che quello che appare sublime amore in realtà è sordido vizio. Quando viene smascherato si schernisce e infine messo alla berlina si suicida.

Quando dai il tuo cuore ad un altro essere umano lui può trattarlo bene, ma potrebbe anche schiacciarlo, lacerarlo, distruggerlo. Per questo motivo le ferite d’amore sono così terribili.

Molti di noi pensano di sapere tutto dell’amore. In base alla loro esperienza, limitata, ritengono di avere il controllo razionale. Un signore prendeva in giro gli anziani coetanei perché si erano invaghiti di giovani donne a suo dire “innamorate solo del loro denaro”. Ora anche lui intreccia una relazione con una persona di venti anni più giovane e povera che forse vede in lui colui che la può salvare dalla miseria.

Nella realtà l’amore è misterioso per tutti, anche perché non risponde a un’intelligenza razionale, ma a quella che io chiamo “intelligenza del desiderio”. A volte però il desiderio che prende origine dagli istinti primitivi, che si dovrebbe strutturare attraverso le emozioni e la razionalità, viene manipolato dagli altri. Qualcuno si insinua nella debolezza e nel bisogno per impedire che il desiderio si esprima appieno. A quel punto siamo schiavi di voglie momentanee, imposte da chi ci manipola.

Questo caso di cronaca mi induce molta pietà e compassione per le due vittime. Sottolineo che entrambi sono bersagli di forze istintive che non erano in grado di controllare e che li hanno portati a intraprendere una relazione che sul piano razionale sembra folle. Perché infatti in un anno di chat on line non ci sono state telefonate? Incontri diretti o via skype? Perché prima di mettersi a nudo con qualcuno non ci si è sincerati di chi fosse veramente l’interlocutore?

In realtà è stato perpetrato un autoinganno per cui inconsciamente non si voleva sapere la realtà (troppo brutta) e si voleva vivere un sogno.

Spesso in amore le persone vogliono vivere un idillio, anche se sanno benissimo che la realtà è spesso molto più squallida. Rifiutano di vedere i segnali che li porterebbero a comprendere che i loro castelli sono solo costruiti nell’aria. L’anziano sa perfettamente che la giovane donna, se non fosse pressata da bisogni economici, non lo terrebbe neppure in considerazione, ma vuole illudersi di essere importante, geniale, affascinante e simpatico. Vuole assolutamente credere di essere così in forma e interessante da poter affascinare una giovane. La donna vuole credere di non essere una manipolatrice arrivista, ma di poter donare amore vero all’anziano in cambio di protezione. Non si ritiene una prostituta, ma una persona che aiuta un essere umano in difficoltà. Entrambi si illudono per un periodo di poter vivere in un castello incantato, per poi scoprire dopo pochi anni tutte le macerie di questa costruzione ormai crollata.