Massimiliano Fedriga ha voluto fare le cose in grande. Così in grande da strafare. La Regione Friuli-Venezia Giulia ha stanziato quasi 20 milioni di euro – per l’esattezza, 19.581.113 – per organizzare l’edizione invernale, in programma il prossimo gennaio, del Festival olimpico della gioventù europea (Eyof). Attenzione: non l’edizione dei Giochi olimpici giovanili, che sono patrocinati dal Comitato olimpico internazionale (Cio), e che infatti si svolgono ogni quattro anni. Bensì un appuntamento sportivo rivolto ai giovani dei comitati olimpici europei e composto da gare che, pur avendo un valore per chi vi partecipa, non hanno alcun seguito mediatico (nonostante un bando regionale da 450mila euro per la trasmissione in streaming o in tv). Tanto che, addirittura, non esiste un programma fisso di discipline da disputare (come per le Olimpiadi). E così ciascun organizzatore decide, in base ai propri mezzi, quante farne. Ma, come si diceva, il Friuli – e Fedriga – ha voluto esagerare: 14 discipline, quando nelle ultime due edizioni, in Finlandia e Bosnia, furono otto. In quante sedi? Ben 13 (a marzo di quest’anno, a Vuokatti, sono state tre). Con il conseguente incremento dei costi: quei quasi 20 milioni di euro già messi a bilancio. Ma quanto ha speso la Finlandia, tanto per continuare col raffronto? Praticamente un sesto: 3,5 milioni di euro. Una bella differenza. Ma andiamo con ordine.

LO “SCONFINAMENTO” E LE DUE CERIMONIE – Eyof 2023 si tiene dal 21 al 28 di gennaio e coinvolgerà: Claut, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Piancavallo, Pontebba, Sappada, Sella Nevea, Tarvisio, Trieste, Udine e Zoncolan a cui si aggiungono Planica (in Slovenia) e Spittal (in Austria). Nove località montane (o pre-montane) e due città distribuite nella regione; e una valle e un comune oltreconfine. Ma perché le gare all’estero? Il desiderio di voler organizzare un numero così alto di discipline ha costretto gli organizzatori a rivolgersi alla nota località slovena, tempio del salto con gli sci, proprio per poter utilizzare il trampolino (quello di Ravascletto, nella Carnia, è dismesso da una decina d’anni e quello di Tarvisio non è adatto). Il motivo per il quale si è scelto di ricorrere alla cittadina della Carinzia, e in particolare alla Eis-Sport-Arena, per l’hockey femminile (mentre il maschile sarò ospitato in Fiera, a Udine) resta difficile da decifrare.

C’è poi un’altra stranezza che balza all’occhio. A Trieste, il 21 gennaio, ci sarà la cerimonia d’apertura; a Udine, sette giorni dopo, quella di chiusura. Perché non farle nella stessa città, contenendo i costi per l’organizzazione e riducendo gli spostamenti dei 2300 partecipanti (circa 1300 atleti, a cui si aggiungono allenatori e accompagnatori)? C’è un dato, a tal proposito, che sorprende: per le due cerimonie la Regione ha pubblicato un bando da quasi un milione di euro. Quanto è stato l’esborso per la Finlandia? Centomila euro: un decimo. “Il nostro budget è stato decisamente inferiore rispetto a quello italiano” ha detto a ilFattoQuotidiano.it la segretaria generale di Eyof 2022, Marita Kaipainen. “Le spese maggiori, per circa 350mila euro, hanno riguardato gli stipendi, le sport facilities e le infrastrutture. Un altro grande capitolo è stato dedicato agli alloggi per le squadre e i volontari, il cibo e i trasporti”. Della vicenda si sta interessando il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Mauro Capozzella: “La manifestazione non merita tutto questo apporto di denaro – ha dichiarato – le strutture sono già ben funzionanti, i cinque poli sciistici sono già irrorati in termini di finanziamenti”.

LO SPEZZATINO DELLE DISCIPLINE – Tra i vari aspetti organizzativi che risultano discutibili c’è senz’altro quello relativo allo sci di fondo, in tutte le sue declinazioni. Per chi è un po’ a digiuno col mondo della neve potrà sembrare uno slalom tra le varie discipline, ma alla fine di questo capitoletto sarà tutto chiaro. Partiamo dal biathlon (sci di fondo più carabina al poligono). Ebbene, le gare di biathlon verranno fatte a Forni Avoltri, in provincia di Udine. Si tratta del quarto centro, per prestigio, in Italia, dopo Anterselva (dove fa tappa la Coppa del mondo), Val Martello e Val Ridanna (che ospitano l’Ibu Cup, la seconda competizione per importanza al mondo). La Carnia Arena di Forni Avoltri, però, non ospita eventi internazionali da tempo; e le possibilità che si faccia strada tra le gare che contano sono piuttosto limitate. Tuttavia la Regione vi ha puntato per la realizzazione di un grande progetto (che ha avuto accesso ai fondi del Pnrr) da più di due milioni di euro (2.050.000) a cui si aggiungono 750mila euro stanziati dall’Unione territoriale intercomunale della Carnia.

L’anello riceverà anche gli atleti dello sci di fondo? La logica avrebbe suggerito di fare così (come a Vuokatti, al Vuokatti Sport Biathlon Stadium). E invece le gare si terranno a Sappada (a 15 minuti d’auto). Anche qui, con un grosso investimento da 2,4 milioni di euro per il potenziamento di piste e immobili (l’obiettivo sarebbe quello di riportare la Coppa del mondo nella località delle Alpi Carniche, appuntamento che però manca da 23 anni). A questo punto, verrebbe naturale pensare che almeno uno dei due impianti possa ospitare la parte di sci di fondo della combinata nordica (composta appunto, da una gara sugli sci stretti e una dal trampolino). Ma non è così, perché, come detto, il salto sarà in Slovenia (Planica) e dunque è meglio mantenere gli atleti in zona. Dove? Tarvisio. Qui, all’Arena Paruzzi, sono destinati circa 1,5 milioni di euro (1 milione e 300mila euro dalla Regione, 168mila euro dal Comune). Dunque, per ricapitolare: il biathlon a Forni Avoltri, lo sci di fondo a Sappada e la prova di sci di fondo della combinata nordica a Tarvisio (perché il salto dal trampolino è oltreconfine). Un bello slalom, su e giù dalle montagne.

Ma lo “spezzatino” non finisce qui. Per esempio, a Piancavallo ci sarà lo snowboard cross, ma lo ski cross verrà organizzato a due ore di auto, sul Monte Zoncolan. Si tratta di due discipline che a livello giovanile, ma anche a livello senior (Olimpiadi di Pechino incluse, alla stazione sciistica di Zhangjiakou) si disputano nella stessa località, sia perché l’impianto è compatibile con entrambe, sia perché spesso vengono impiegati gli stessi giudici di gara. E ancora: a Sella Nevea ci saranno le prove di snowboard freestyle (slopestyle e big air) mentre le stesse prove, ma con gli sci ai piedi, verranno disputate sul Monte Zoncolan.

“Biathlon e sci di fondo sono due cose diverse – è la spiegazione che dà a ilFattoQuotidiano.it Maurizio Dunnhofer, presidente del comitato esecutivo di Eyof 2023 – servono due impianti diversi e lei dovrebbe saperlo”. A Forni Avoltri, tuttavia, si disputano anche gare di sci di fondo. “Certo, è vero, ma è impossibile organizzarle nello stesso posto per motivi di tempo. Come faccio, sparo in testa agli atleti? La stessa cosa vale per lo snowboard cross e lo ski cross”.

IL CASO DELLA FIERA DI UDINE – Capitolo a parte meritano hockey, short track e pattinaggio di figura. Inizialmente, come luogo adatto per le tre discipline (o parte di esse), era stato individuato il Palapredieri di Piancavallo. Ma gli adeguamenti antisismici avrebbero comportato una spesa eccessiva (a detta della politica; e almeno in questo caso specifico). Il consigliere regionale del Pd, Sergio Bolzonello, lo scorso maggio aveva dichiarato che “lo stanziamento di 1,6 milioni a favore della struttura sportiva di Piancavallo per il suo utilizzo in occasione di Eyof 2023 come struttura per le gare su ghiaccio è stato ridotto di un milione (spostato sul polo fieristico di Udine) a causa del rilevamento di criticità sismiche che richiedono interventi economicamente più importanti”. Dunque, niente Piancavallo. Così l’hockey maschile – sì, solo quello maschile – verrà ospitato da una struttura temporanea, messa in piedi ad hoc, nel Padiglione 6 della Fiera di Udine. Costo dell’operazione: un milione di euro. Totale gare da disputare: 11. “In questo caso si è deciso di lasciare indietro Piancavallo – ha spiegato Capozzella del M5s – al contrario, viene valorizzata una città che di invernale non ha nulla. È un’evidente incongruenza dal punto di vista organizzativo”. E l’hockey femminile? A Spittal, in Austria. Mentre short track e il pattinaggio di figura saranno a Pontebba, al Pala Vuerich. Era così impossibile concentrare le tre discipline in un unico luogo, evitando così di sconfinare in Austria? O, magari, evitando di realizzare una struttura temporanea? La conferma su ciò che ne sarà, finito il Festival olimpico della gioventù, arriva dallo stesso Dunnhofer: “L’impianto allestito alla Fiera di Udine verrà dismesso“. Insomma, il tempo delle partite e della cerimonia di chiusura: “In Finlandia hanno speso solo 100mila euro per le cerimonie perché avevano già una struttura – continua Dunnhofer – noi abbiamo fatto scelte diverse. E comunque sfrutteremo la Fiera, dove si giocherà l’hockey”.

EYOF E LA POLITICA – Il presidente del Comitato esecutivo, come detto, è Dunnhofer, molto vicino, oltreché al presidente Fedriga, alla deputata leghista Vannia Gava. L’1 ottobre è stato rieletto presidente della Fisi Fvg (Federazione italiana sport invernali) dopo alcune irregolarità al voto – e successivo, breve, commissariamento – registrate nell’assemblea del 30 luglio, che era stata annullata. In entrambi i casi era anche l’unico candidato alla presidenza. Sopra Dunnhofer, naturalmente, c’è Massimiliano Fedriga, che fa parte del comitato di indirizzo. In piazza Unità, a fine ottobre, durante la presentazione dei giochi, ha dichiarato che “la Regione sostiene con forza questo evento, perché lo sport veicola valori sociali cruciali. In più, stiamo dimostrando la nostra grande capacità organizzativa”. Fedriga può contare sull’appoggio del governo. Al di là dei 20 milioni di euro già messi a bilancio dalla Regione, un grosso aiuto arriverà dal dipartimento dello Sport e da quello per le Politiche giovanile (ancora non è dato sapere in che percentuale). Anche sul fronte delle sponsorizzazioni da parte dei privati, al momento, tutto tace.

Ciò che è certo è che il Festival coinvolgerà, come si è visto, una buona fetta della Regione, da Trieste a Tarvisio, da Forni Avoltri a Udine. E che l’anno prossimo, nel 2023, il Friuli-Venezia Giulia torna al voto. Fedriga ha già dichiarato che sarà il candidato unico del centrodestra e che avrà il sostegno, oltreché di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, anche di una lista che porterà il suo nome. Il M5s sta dialogando con Verdi-Sinistra italiana (ma non col Pd), e nelle scorse settimane si era fatto il nome dell’ex ministro Stefano Patuanelli. La sensazione è che l’attuale presidente abbia già la vittoria in tasca. Eppure è difficile non credere che l’operazione di organizzare i giochi in maniera così “diffusa”, sul territorio, non sia stata pensata in chiave politica: investire denaro in diverse località per avere un ritorno in termini di consenso elettorale. “La nostra Regione è suddivisa in una miriade di comuni, e quella della redistribuzione è una logica tipica della politica locale – ha spiegato Capozzella – una logica di dispersione e inefficienza. È vero, ci troviamo in uno scacchiere molto polverizzato, ma qui stiamo andando veramente oltre. La Finlandia ha speso 3,5 milioni di euro, qui se ne spendono 20. Loro hanno fatto una cerimonia da 100mila euro, qui da un milione. Sono cose che impattano sull’opinione pubblica“. Va detto che è tutto lecito, ovviamente. Non fosse altro che, come si è visto, per mettere in moto – e far funzionare – la macchina sono necessari parecchi soldi pubblici. Per chiedere spiegazioni e capirne di più, ilFattoQuotidiano.it ha cercato di contattare più volte, nell’arco di sei giorni, il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, senza ottenere mai una risposta.

Twitter: @albmarzocchi
Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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