Il canone Rai continuerà a essere riscosso attraverso le bollette elettriche. Lo precisa il ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, con una nota in cui comunica che “le voci di un’esclusione (…) non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate”. L’ipotesi di uno scorporo era legata a uno degli impegni sottoscritti dall’Italia con il Pnrr, quello di rimuovere dalle bollette i cosiddetti “oneri impropri“, cioè non direttamente legati al settore dell’energia. Il Mef, però, sostiene che “la milestone Pnrr trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm (l’Autorità garante della concorrenza, ndr), la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto”, è la conclusione.

La nota risponde a un appello di otto sigle sindacali della Rai, che avevano chiesto al ministero un “intervento risolutore” sul tema, ricordando che una determina del governo Draghi aveva “indicato la riscossione del canone in bolletta elettrica fra gli oneri impropri la cui permanenza non sarà più consentita a far data dal 1° gennaio 2023” e chiedendo di “garantire la sostenibilità finanziaria” del servizio pubblico radiotelevisivo. Una decisione, quella di Giorgetti, che non può fare contento il segretario del suo partito, Matteo Salvini: sull’abolizione del canone in bolletta – introdotto nel 2016 dal governo Renzi – il neo-ministro delle Infrastrutture aveva lanciato da poco una raccolta firme online, inserendola tra gli impegni del programma di governo della Lega esplicitati all’ultimo raduno di Pontida.

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