Politica

Ocean Viking, un fallimento morale. Per me i governi di Italia e Francia sono indifendibili

La triste vicenda dell’Ocean Viking, col suo carico di profughi, rappresenta un fallimento morale non solo del governo italiano, ma anche di quello francese e dell’intera Europa. Sul ruolo del governo Meloni c’è poco da dire: la destra-destra italiana non riesce ad uscire dalle logiche autodistruttive del “noi tireremo dritto” e “me ne frego” di infausta memoria. Un governo che nega l’approdo a una nave carica di profughi, sfidando la condanna del mondo civile, si macchia di infamia ed è indifendibile di fronte a qualunque giudizio morale e giuridico.

Non molto di meglio si può dire del governo francese, che messo alle strette dall’emergenza permette lo sbarco ma si vendica ricattando l’Italia sul destino di 3500 migranti. Anziché citare al tribunale internazionale il governo italiano per il mancato soccorso della nave usa 3500 esseri umani come strumento di pressione rivelando una mentalità colonialista nella quale le persone, e specialmente gli stranieri, sono mezzi e strumenti.

Come è stato possibile scendere così in basso? Fratelli d’Italia è erede di una tradizione che risale direttamente al fascismo attraverso il Movimento Sociale di Giorgio Almirante, già segretario di redazione dell’infame rivista La Difesa della Razza. Ma come si spiega che il passare del tempo non attenua gli effetti di questa eredità? Purtroppo il problema posto dai migranti rinverdisce e rinnova il peggio delle nostre tradizioni, per ragioni di bieco calcolo politico. È ovvio che nessun partito che abbia una minima tradizione di sinistra può pensare di rifiutare l’accoglienza dei migranti: dopo tutto una bandiera della sinistra è la solidarietà del proletariato internazionale.

Il primo mondo (cioè noi) ospita meno di un quarto della popolazione del globo e consuma i tre quarti delle risorse: è ovvio che molte persone nate nei paesi in via di sviluppo (quello che una volta si chiamava terzo mondo) vogliano venire da noi. Questo comporta che quelle risorse che noi usiamo in eccesso debbano essere in parte ridistribuite. Il proletariato nazionale, che teme di fare le spese della ridistribuzione, non prova nessuna solidarietà per quello internazionale e accusa i partiti di sinistra di aver “tradito” la loro missione. Il risultato finale di questa dinamica è che il proletariato nazionale, in Italia come in Francia, tende a spostarsi verso quella destra che promette i respingimenti, garantendole un successo elettorale che ne conferma e rinforza la propaganda.

La differenza tra l’Italia e la Francia sta soltanto in questo: che in Italia la destra ha vinto le elezioni, mentre in Francia Emmanuel Macron riesce (malamente) a contenere Marine Le Pen assumendo atteggiamenti simili ai suoi; del resto in passato il ministro Marco Minniti fece da sinistra qualcosa di simile affidando il controllo dei migranti alla Libia.

Il problema dei migranti non ha soluzioni: noi siamo troppo ricchi e loro troppo poveri. Quando un problema non ha soluzioni la politica deve gestire il quotidiano nel modo meno traumatico possibile. L’arroganza di Giorgia Meloni e i ricatti di Macron non solo non gestiscono nulla, ma rinnegano quella civiltà che l’Europa si vanta di avere.