Alto Adige, nuovi impianti di risalita e piste da sci più ampie in Valle Aurina. Ambientalisti: “Inutile sconvolgimento della montagna”
Al via il progetto nel centro sciistico di Klausberg, nel Comune di Valle Aurina, che comporta "un disboscamento di 88.700 metri quadrati di superficie forestale" e "la profonda movimentazione del terreno causata dai lavori, circa 253.900 m³ di scavo"
“In Alto Adige si continua a costruire impianti di risalita e ad ampliare piste da sci nonostante i cambiamenti climatici e la crisi energetica. Le associazioni ambientaliste criticano le scelte politiche della giunta provinciale, che sempre più spesso approva interventi in contrasto con i pareri del proprio comitato ambientale, sdoganando una prassi in forte contrasto con gli indirizzi politici europei, che vorrebbero procedure trasparenti, partecipate dalla popolazione e uno sviluppo realmente sostenibile”. È la denuncia – inascoltata – delle associazioni ambientaliste Mountain Wilderness, HeimatpflegeverbandSudTirol, CAI – TAM Alto Adige, Alpenverein SudTirol, Dachverband fur Natur.
Il riferimento, in particolare, è al progetto, presentato da Klausberg Seilbahn Spa a dicembre del 2021 per il rinnovo dell’impianto di risalita “Sonnenlift”, in Valle Aurina, con l’ampliamento delle relative piste da sci, che alla fine di ottobre scorso ha ottenuto dalla Conferenza dei servizi il Provvedimento autorizzativo unico provinciale. Tutti d’accordo: il sindaco del Comune di Valle Aurina che ha rilasciato la concessione edilizia, e la direttrice dell’Ufficio Funivie della Provincia autonoma di Bolzano che ha espresso parere favorevole sulla realizzabilità dell’impianto di risalita. In più, l’Area funzionale Turismo che ha rilasciato la concessione per impianti di risalita e piste da sci annesse e l’Ufficio Demanio idrico per gli interventi nell’ambito del demanio idrico e nella fascia di rispetto di fiumi e torrenti.
Tutti d’accordo, dunque, nell’autorizzare la sostituzione dell’esistente seggiovia triposto Sonnenlift con una cabinovia a dieci posti e per realizzare nuove piste da sci e ampliare quelle esistenti, costruendo pure un nuovo impianto di innevamento. Con il piano di ampliamento, la superficie sciabile aumenta di circa 13,8 ettari. Per la realizzazione delle opere in progetto previsto “un disboscamento di 88.700 metri quadrati di superficie forestale subalpina di abete rosso e larice-mirca, con conseguente perdita estesa di habitat per numerose specie animali e vegetali che vivono nella foresta”. Senza contare “la profonda movimentazione del terreno causata dai lavori, circa 253.900 m³ di scavo”.
In precedenza, a settembre, la Giunta provinciale aveva espresso il consenso all’approvazione del progetto con alcune eccezioni. Innanzitutto “il divieto di spostare la stazione a monte”. Poi la “limitazione della larghezza della pista di collegamento dalla stazione a monte alla pista Klaussee a quattro metri. Eccezioni che riducono il disboscamento previsto inizialmente, è indubitabile. Ma non in maniera significativa, sostengono le associazioni ambientaliste. Che hanno anche evidenziato come l’area interessato dal progetto si trovi in una zona limitrofa al Parco delle Vedrette di Ries, sito Natura 2000.
Insomma le criticità rimangono. Anche perché l’approvazione è avvenuta nonostante i rilievi mossi a giugno dal Comitato ambientale, l’organo tecnico consultivo della Giunta provinciale che individua, descrive e valuta gli impatti sull’ambiente e sul patrimonio culturale di un progetto. Organo secondo il quale “il progetto Sonnelift risulta fortemente sovradimensionato”. Le motivazioni, chiare. “La nuova posizione della stazione a monte, come anche le nuove piste vanno a inserirsi in maniera prepotente nel territorio, forzandone la morfologia”. Insomma “la realizzazione di questo progetto comporterebbe degli sconvolgimenti indelebili dell’assetto paesaggistico del territorio, portando con sé esternalità negative che non comporterebbero solo gravi danni alla fauna e flora che caratterizzano la zona, ma andrebbero a compromettere anche la fruizione turistica-ricreativa del territorio”. Anche perché “le misure di compensazione e mitigazione proposte nel progetto non sono relazionabili agli impatti derivanti dallo stesso”. Un mezzo disastro per il Comitato ambientale. Ma anche per Carlo Zanella, presidente del Cai Alto Adige che a ilFattoQuotidiano.it racconta di come “da tempo ormai la montagna ha scelto di puntare sul turismo. A ogni costo. Ed è un suicidio. Questo impianto stravolgerà una parte di Valle Aurina”. Dello stesso parere Silvia Simoni, di Mountain Wilderness, la quale sottolinea che il progetto è stato autorizzato dalle Autorità preposte, ma “è visto con favore dalla comunità locale, convinta che farà aumentare i turisti”.
I problema è che la questione è più ampia. E non riguarda solo l’impianto Sonnenlift. Per questo le associazioni ambientaliste e alpiniste altoatesine criticano la procedura, ma chiedono una revisione dei piani regolatori comunali e del Piano di settore impianti di risalita e piste da sci. Già perché questo piano che ha recepito il piano urbanistico del 2010, individua ampie zone sciistiche in prossimità delle strutture esistenti, all’interno delle quali è possibile realizzare piste e impianti di risalita con una procedura di approvazione semplificata. Anche per questo il progetto presentato da Klausberg è stato approvato. Ma intanto, tra chi festeggia e chi si duole per l’approvazione, i lavori sono iniziati. La montagna continua a cambiare.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".
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Ambiente & Veleni
Alto Adige, nuovi impianti di risalita e piste da sci più ampie in Valle Aurina. Ambientalisti: “Inutile sconvolgimento della montagna”
Al via il progetto nel centro sciistico di Klausberg, nel Comune di Valle Aurina, che comporta "un disboscamento di 88.700 metri quadrati di superficie forestale" e "la profonda movimentazione del terreno causata dai lavori, circa 253.900 m³ di scavo"
“In Alto Adige si continua a costruire impianti di risalita e ad ampliare piste da sci nonostante i cambiamenti climatici e la crisi energetica. Le associazioni ambientaliste criticano le scelte politiche della giunta provinciale, che sempre più spesso approva interventi in contrasto con i pareri del proprio comitato ambientale, sdoganando una prassi in forte contrasto con gli indirizzi politici europei, che vorrebbero procedure trasparenti, partecipate dalla popolazione e uno sviluppo realmente sostenibile”. È la denuncia – inascoltata – delle associazioni ambientaliste Mountain Wilderness, Heimatpflegeverband SudTirol, CAI – TAM Alto Adige, Alpenverein SudTirol, Dachverband fur Natur.
Il riferimento, in particolare, è al progetto, presentato da Klausberg Seilbahn Spa a dicembre del 2021 per il rinnovo dell’impianto di risalita “Sonnenlift”, in Valle Aurina, con l’ampliamento delle relative piste da sci, che alla fine di ottobre scorso ha ottenuto dalla Conferenza dei servizi il Provvedimento autorizzativo unico provinciale. Tutti d’accordo: il sindaco del Comune di Valle Aurina che ha rilasciato la concessione edilizia, e la direttrice dell’Ufficio Funivie della Provincia autonoma di Bolzano che ha espresso parere favorevole sulla realizzabilità dell’impianto di risalita. In più, l’Area funzionale Turismo che ha rilasciato la concessione per impianti di risalita e piste da sci annesse e l’Ufficio Demanio idrico per gli interventi nell’ambito del demanio idrico e nella fascia di rispetto di fiumi e torrenti.
Tutti d’accordo, dunque, nell’autorizzare la sostituzione dell’esistente seggiovia triposto Sonnenlift con una cabinovia a dieci posti e per realizzare nuove piste da sci e ampliare quelle esistenti, costruendo pure un nuovo impianto di innevamento. Con il piano di ampliamento, la superficie sciabile aumenta di circa 13,8 ettari. Per la realizzazione delle opere in progetto previsto “un disboscamento di 88.700 metri quadrati di superficie forestale subalpina di abete rosso e larice-mirca, con conseguente perdita estesa di habitat per numerose specie animali e vegetali che vivono nella foresta”. Senza contare “la profonda movimentazione del terreno causata dai lavori, circa 253.900 m³ di scavo”.
In precedenza, a settembre, la Giunta provinciale aveva espresso il consenso all’approvazione del progetto con alcune eccezioni. Innanzitutto “il divieto di spostare la stazione a monte”. Poi la “limitazione della larghezza della pista di collegamento dalla stazione a monte alla pista Klaussee a quattro metri. Eccezioni che riducono il disboscamento previsto inizialmente, è indubitabile. Ma non in maniera significativa, sostengono le associazioni ambientaliste. Che hanno anche evidenziato come l’area interessato dal progetto si trovi in una zona limitrofa al Parco delle Vedrette di Ries, sito Natura 2000.
Insomma le criticità rimangono. Anche perché l’approvazione è avvenuta nonostante i rilievi mossi a giugno dal Comitato ambientale, l’organo tecnico consultivo della Giunta provinciale che individua, descrive e valuta gli impatti sull’ambiente e sul patrimonio culturale di un progetto. Organo secondo il quale “il progetto Sonnelift risulta fortemente sovradimensionato”. Le motivazioni, chiare. “La nuova posizione della stazione a monte, come anche le nuove piste vanno a inserirsi in maniera prepotente nel territorio, forzandone la morfologia”. Insomma “la realizzazione di questo progetto comporterebbe degli sconvolgimenti indelebili dell’assetto paesaggistico del territorio, portando con sé esternalità negative che non comporterebbero solo gravi danni alla fauna e flora che caratterizzano la zona, ma andrebbero a compromettere anche la fruizione turistica-ricreativa del territorio”. Anche perché “le misure di compensazione e mitigazione proposte nel progetto non sono relazionabili agli impatti derivanti dallo stesso”. Un mezzo disastro per il Comitato ambientale. Ma anche per Carlo Zanella, presidente del Cai Alto Adige che a ilFattoQuotidiano.it racconta di come “da tempo ormai la montagna ha scelto di puntare sul turismo. A ogni costo. Ed è un suicidio. Questo impianto stravolgerà una parte di Valle Aurina”. Dello stesso parere Silvia Simoni, di Mountain Wilderness, la quale sottolinea che il progetto è stato autorizzato dalle Autorità preposte, ma “è visto con favore dalla comunità locale, convinta che farà aumentare i turisti”.
I problema è che la questione è più ampia. E non riguarda solo l’impianto Sonnenlift. Per questo le associazioni ambientaliste e alpiniste altoatesine criticano la procedura, ma chiedono una revisione dei piani regolatori comunali e del Piano di settore impianti di risalita e piste da sci. Già perché questo piano che ha recepito il piano urbanistico del 2010, individua ampie zone sciistiche in prossimità delle strutture esistenti, all’interno delle quali è possibile realizzare piste e impianti di risalita con una procedura di approvazione semplificata. Anche per questo il progetto presentato da Klausberg è stato approvato. Ma intanto, tra chi festeggia e chi si duole per l’approvazione, i lavori sono iniziati. La montagna continua a cambiare.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".