Il 14 novembre si è celebrata la Giornata mondiale del diabete. Nell’area della città metropolitana di Napoli risiedono, secondo le elaborazioni su dati Istat, oltre 200mila persone con diabete, pari al 6,7% della popolazione, percentuale decisamente maggiore della media nazionale del 5,8%. L’Accademia Medica tutta si allinea ad un solo indicatore di salute che vede la regione sopra la media italiana, la sedentarietà, che ha un impatto importante sullo sviluppo di malattie come il diabete e l’obesità.
Oggi è centrale il rapporto tra salute e ambiente: l’aumento dell’incidenza di malattie non trasmissibili come il diabete e obesità è da attribuire ai maggiori livelli di urbanizzazione, ma intesi anche come contaminazione da inquinanti ambientali, non solo come sbagliati stili di vita individuali.
Io sono ammalato di diabete mellito di tipo 2 dal 2003, ma sono tra i pochissimi napoletani a sapere che un anticipo così notevole della mia malattia non è legato soltanto a genetica e cattivo stile di vita individuale, ma ad una importante contaminazione da diossine e pcb come purtroppo certificato da analisi di biomonitoraggio tossicologico individuali sin dal 2008.
Quanto conta questa contaminazione da inquinamento per i campani residenti nei territori di Napoli e Caserta dove ormai viviamo da oltre 30 anni massacrati da traffico, polveri sottili, roghi tossici che smaltiscono scorrettamente e illegalmente rifiuti industriali per oltre dieci milioni di tonnellate l’anno?
La Regione Campania, tra i tanti record negativi in Sanità, detiene anche quello di Regione ad incidenza massima di diabete, in particolare di tipo 2, non solo per sedentarietà. Non si vuole studiare né sapere come una buona quota di diabete sia legata a fenomeni gravi di insulino-resistenza da inquinanti perturbanti endocrini come diossine e pcb, che caratterizzano ormai da oltre 30 anni i nostri territori martoriati dallo scorretto smaltimento dei rifiuti, che sin dalla loro nascita contamina anche i nostri bambini.
Io sono tra i pochissimi campani ad essere consapevole del perché sia così difficile curare bene il mio diabete e perché, sempre per lo stesso motivo, siamo quindi anche quelli che registrano la peggiore mortalità da diabete mal trattato di Italia, come per il cancro.
In Campania si deve fare Operazione Verità e Trasparenza su tutto, ma mai si deve fare neanche intuire al popolo quanto la malagestione complessiva dei rifiuti (specie industriali) incida sul nostro pessimo stato di salute pubblica, il peggiore di Italia come certificato ancora una volta in questi giorni dal Ministero della Salute. E così più che offendermi mi addolora profondamente, come umile medico discente ma non incompetente, essere stato costretto ancora ad ascoltare, e come aggiornamento professionale (sic!) medici negazionisti che attestano che l’Ambiente inquinato incide sulla patogenesi del cancro (in Campania!) per non oltre il 2% complessivo, riportando dati scientifici del preistorico anno 2012 a.C. (avanti Comba!); pur coautori essi stessi con il prof Comba dell’Iss di lavori scientifici che attestano sin dal 2014 che l’incidenza del cancro nei nostri territori martiri da rifiuti non è inferiore al 9% (Comba P, et al “Cancer incidence in Italian contaminated sistes”. Ann ISS 2014 vol 50 , N. 2: 186-191).
“L’esposizione alla contaminazione da inquinanti dell’aria, da inquinanti chimici, da rifiuti ecc. contribuisce per oltre il 10% della incidenza del cancro in Europa” (Rapporto Aea giugno 2022). In Campania? Ogni giorno in Campania, ma soprattutto a Napoli e Caserta, circa 8 kg di rifiuti a testa di cui almeno 2 prodotti in regime di evasione fiscale vengono smaltiti scorrettamente, illegalmente e senza impianti a norma con danno certo alla salute pubblica da non meno di 30 anni, e fa male che la parola stessa rifiuto non sia stata neanche pronunziata quando si è cercato di fare “aggiornamento” su Ambiente e Salute in Campania presso il nostro stesso Ordine dei Medici.
Dati sulla produzione e smaltimento dei rifiuti non ne ho sentiti. Arpa Campania, pur invitata a relazionare, ha pensato bene di non presentarsi proprio per evitare qualunque problema o domanda. Arpac evidentemente non si è fidata che non ci fosse consentito, come discenti, neppure di fare domande. Era palese in sala il terrore di domande o discussioni scientifiche “scomode”.
16 novembre: festa di San Giuseppe Moscati. Chiedo al nostro medico santo di aiutare tutti noi medici di Napoli a compiere tutti uno sforzo comune nella ricerca e nella diffusione della Verità: aiutaci ad unire le nostri voci su dati che non sono insignificanti.
Ogni giorno in Campania si ammalano di solo cancro non meno di cento cittadini campani. Ritenere, come diceva la Scienza del 2012 a.C., che soltanto due campani ogni giorno si ammalano a causa dell’ambiente malato in modo quindi “evitabile” significa diffondere il dato che, dal solo 2008 ad oggi (i soli ultimi 15 anni di Terra dei Fuochi!), non più di 10mila campani si sono ammalati e sono morti per il loro ambiente malato e mai curato. Allinearsi sul 10% come dice la Scienza post Comba significa dovere ammettere che si sono ammalati, e hanno gravato sul Ssn con costi sempre più insostenibili, non meno di 55mila cittadini campani: è pari allo sterminio di una intera città come Acerra! E questa strage continua incontrastata anche oggi!
Ritengo ormai indispensabile una risposta unitaria e definitiva sulla questione anche dall’Ordine dei Medici di Napoli: l’ambiente malsano in Campania incide per il 2 o per il 10% nella patogenesi del cancro ? Questo avrei chiesto come umile discente se avessi potuto farlo. Qual è la Verità? E io non intendo voltare la faccia alla Ponzio Pilato senza attendere una risposta pubblica, chiara e precisa a questa non insignificante domanda.