“Stiamo assistendo alla scalata di nuove vette di ipocrisia”. Così, tra lo sconforto e l’indignazione, si sfogano gli operatori che, nella totale mancanza istituzionale, dal 2015 sostengono i migranti in transito da Ventimiglia verso la Francia. “Certo, dopo la polemica di questi giorni sono aumentate le camionette, ma questo avviene spesso anche per ragioni di politica interna francese – spiega Christian Papini della Caritas Intemelia – e non riguarda ‘realmente’ i migranti. Nessuno passerebbe mai dalla strada statale dove hanno aumentato il numero di camionette”.
Quello che sta avvenendo da domenica pomeriggio è che i controlli che “normalmente” vengono riservati a richiedenti asilo (o a chi può sembrare tale agli occhi della polizia di frontiera) sono estesi in alcuni momenti della giornata anche a tutti gli automobilisti che attraversano le frontiere di ponte San Luigi e San Ludovico (verso Mentone) e quella in direzione Breil in Val Roja: “È un potenziale disagio per i lavoratori frontalieri che possono perdere qualche minuto in coda – spiega lo stesso Roberto Parodi che li rappresenta – ma per ora il traffico sembra fluire regolarmente, al netto di due picchi di code registrati domenica pomeriggio e nella giornata di lunedì”.
Certo, in questi anni la
militarizzazione della frontiera ha costretto i migranti a scegliere tra affidarsi ai passeur o avventurarsi a piedi lungo l’autostrada o lungo i binari e poi a piedi sui sentieri di montagna. “Sono oltre 35 le vittime di questa frontiera – denuncia
Simone Alterisio, responsabile del progetto frontiere della Diaconia Valdese – i migranti in transito corrono grossi rischi ma, di fatto, dopo alcuni tentativi riescono a passare”. È proprio questo il motivo che porta gli operatori a parlare di
ipocrisia da parte di entrambi gli Stati: “Il nostro governo continua a ripetere che l’Italia è lasciata sola quando sappiamo benissimo e vediamo ogni giorno che le persone che vengono accolte in Italia passano la frontiera e si ‘ricollocano’ in tutta Europa, passando la frontiera autonomamente – spiegano al
Fattoquotidiano.it gli operatori del progetto ‘Diritti alla frontiera’ – La Francia da parte sua fa la morale sul trattamento indegno di ostacolo allo sbarco riservato alle persone salvate in mare, omettendo le continue violazioni che commette alla frontiera: respingimenti di minori, prolungamento oltre i limiti massimi consentiti della sospensione del trattato di Schengen che regola la libera circolazione in Europa, respingimenti collettivi e illegittimi, detenzioni illegali senza le tutele previste dalla legge per le persone private di libertà”.