L'azienda lo aveva fatto trasferire dall'India in Canada, quindi l’uomo ha avuto bisogno di una serie di visti e timbri consolari che hanno richiesto un po’ di tempo. Ironia della sorte, nel momento in cui tutto burocraticamente si è sistemato, è stato licenziato senza aver mai messo piede in ufficio
Anche i guru della tecno finanza licenziano. E lo fanno a paccate di decine di migliaia di ex dipendenti, come i padroni del vapore dell’800. Musk, Bezos e anche l’oramai ex supergiovane Mark Zuckerberg hanno così inaugurato l’era del taglio di teste aziendali. Nella fattispecie da Meta, Zuck ha fatto fuori 11mila dipendenti. Tra questi si è parlato molto nelle scorse ore di una caso specifico, quello di Himanshu V, un ingegnere di origini indiane che Meta aveva assunto mesi fa. L’azienda lo aveva fatto trasferire dall’India in Canada, quindi l’uomo ha avuto bisogno di una serie di visti e timbri consolari che hanno richiesto un po’ di tempo. Ironia della sorte, nel momento in cui tutto burocraticamente si è sistemato, l’uomo è partito in aereo per il Canada dove otto mesi Zuckerberg aveva annunciato 2500 assunzioni.
Ma il 9 novembre ecco la mannaia Meta: via 13% della forza lavoro tra cui Himanshu V. Solo che l’ingegnere indiano era arrivato soltanto due giorni prima dall’India. Insomma nemmeno ha messo piede in azienda che è stato licenziato. In un post su LinkedIn ha spiegato: “Ora sto cercando un lavoro in Canada o in India ma non ho idea di cosa sarà di me”. 22.000 reazioni, 1.000 commenti e forse qualche proposta di lavoro nuova. Intanto, però, tanto amaro in bocca. “Mi sono trasferito in Canada per unirmi a #Meta e 2 giorni dopo l’adesione, il mio viaggio si è concluso poiché sono stato colpito dal massiccio licenziamento”, ha scritto sui social Himanshu, “il mio cuore va a tutti coloro che stanno affrontando una situazione difficile in questo momento”.
La stessa sorte, quella di una rapidissima assunzione e di un immediato licenziamento è toccata anche a molti altri neoassunti sempre indiani. “Considero i licenziamenti come l’ultima risorsa, quindi abbiamo deciso di tenere a freno altre fonti di costo prima di lasciare andare i compagni di squadra”, si è arrampicato sugli specchi Zuck, mascherando un crollo aziendale che potrebbe cominciare a mettere in crisi tutto il comparto tecno finanziario del pianeta. E, come nelle classiche favole in cui il valore in Borsa si crea a caso senza un corrispettivo monetario concreto, Zuckerberg ha ammesso che l’eccesso di personale assunto era dovuto al suo “ottimismo verso una possibile crescita