Governo in alto mare sul decreto Aiuti quater. A quasi una settimana dal consiglio dei ministri in cui è stato approvato, il testo non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Fonti di governo spiegano che si attende prima l’approvazione definitiva in Parlamento del decreto aiuti ter. Secondo altre fonti di maggioranza il problema è che si sta lavorando per “migliorare” il testo per quanto riguarda le modifiche in corsa al Superbonus annunciate dalla premier Giorgia Meloni, che hanno suscitato molti dubbi e proteste da parte dell’Ance oltre che delle opposizioni e in particolare del M5s, creatore della misura nel 2020. Che la norma entrata in cdm abbia più di un buco lo ha ammesso mercoledì anche il viceministro dell’Economia di FdI Maurizio Leo, che partecipando a un evento del Censis ha ipotizzato un “fondo dedicato” a cui attingere per aiutare le persone prive di disponibilità economica a coprire il 10% di spesa mancante una volta che lo sgravio sarà stato ridotto al 90%.
Fra le questioni sul tavolo ci sono anche i tempi in cui scatterà questa stretta. Meloni in conferenza stampa aveva spiegato che si passa al 90% “salvo per chi ha già deliberato a oggi l’intervento e presenta entro il 25 novembre la nota di inizio lavori”. All’indomani del Cdm, Forza Italia ha chiarito l’intenzione di presentare un emendamento per spostare la data di scadenza delle agevolazioni al 110% almeno di un mese per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti. In queste ore è anche aperto un tavolo con l’l’Associazione nazionale costruttori edili, che ha evidenziato alcune criticità, inclusa quella legata allo sblocco dei crediti di imposta, su cui nulla era previsto nelle bozze del dl circolate giovedì scorso.
Secondo fonti di maggioranza, si sta lavorando anche a questo tema, probabilmente per un intervento con emendamento durante l’iter in Parlamento, ma non è escluso che sia inclusa una norma nel decreto prima dell’invio al Quirinale. Come anticipato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, potrebbero essere previsti termini più lunghi per la cessione dei crediti. Secondo Leo il sistema della cessione dei crediti si è bloccato a causa non del Superbonus, bensì del bonus facciate voluto dall’ex ministro dem Dario Franceschini: “Non c’erano controlli puntuali” e, di conseguenza “si sono generate ingenti masse nei cassetti fiscali, che non possono sfociare in un utilizzo, quindi si è bloccato il sistema”. Mentre con il superbonus del 110% ”sono stati posti in essere dei paletti”.
Sullo sfondo resta il dibattito sui costi della misura per le casse pubbliche e i benefici per l’economia. Il Cresme, in una ricerca per Ance Roma-Acer, stima che gli investimenti in Superbonus abbiano pesato per il 22% dell’intera crescita del Pil 2022. Secondo il Censis la misura ha creato circa 900mila posti di lavoro (411mila diretti e 225mila indiretti solo quest’anno) e il gettito fiscale determinato dal bonus ripaga circa il 70% della spesa a carico dello Stato tra agosto 2020 e ottobre 2022. In uno studio realizzato in collaborazione con Harley&Dikkinson e la filiera delle costruzioni il centro guidato dal sociologo Giuseppe De Rita stima infatti che “i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Superecobonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi”, come “effetto diretto”, cui “si sommano 36 miliardi di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto”, come “effetto indiretto”, per “un totale di almeno 115 miliardi“.
Il Mef ha registrato tra gennaio e settembre 2022 un incremento del gettito dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, secondo il Censis, “è verosimile pensare che proprio il comparto edile abbia considerevolmente contribuito a questa dinamica espansiva delle entrate tributarie”. Nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente.
Citando questi dati il leader M5s, Giuseppe Conte, scrive in un post: “Al governo diciamo di ravvedersi: così non si cura l’interesse nazionale ma lo si distrugge. Non si sabotano dall’oggi al domani i progetti di famiglie e imprese su una misura che ha fatto rialzare e correre l’Italia. Abbiamo scoperto che per la Presidente Meloni e il Ministro Giorgetti il Superbonus 110 è diventato ora un buco nelle casse dello Stato, una misura da distruggere. Siamo di fronte all’ennesima giravolta della Meloni. Eppure abbiamo i numeri aggiornati, quelli veri, quelli che dovrebbero contare per chi prende decisioni”,