di Ilaria Muggianu Scano
”Cunservet Deus su Re”, Dio protegga il Re, proclama l’inno del regno sardo-piemontese, e in Sardegna in questi giorni si festeggia il vero Re. Se il primo quarto del campionato del Cagliari non lascia trasparire alcuna ostinata ambizione di risalire in serie A, non manca la voglia di tornare ai fasti dei tempi d’oro. Ma non chiamatela operazione nostalgia, quanto piuttosto celebrazione del nume tutelare di un’isola intera. Da Nord a Sud, da Levante a Ponente, in Sardegna si continuano a festeggiare da giorni le 78 primavere di Gigi Riva. Il genetliaco di quest’anno è di quelli che entrano nella storia. A suggellare la giornata, di fatto festa nazionale per l’intera comunità sportiva dei sardi, non solo per i tifosi del Cagliari Calcio, è la proiezione del film di Riccardo Milani Nel nostro cielo un rombo di tuono. Il titolo dell’opera richiama il soprannome coniato dal giornalista Gianni Brera, il più grande giornalista sportivo italiano, ideatore dei più curiosi nomignoli e neologismi legati alla storia dello sport della penisola.
Il Re del calcio italiano, capocannoniere della Nazionale italiana, 35 reti in 42 incontri, record assolutamente imbattuto, porta il Cagliari allo scudetto nella stagione 1969-70, il primo per un club del Sud Italia. Non si fatica a immaginare il moto di gratitudine che, soprattutto con questi chiari di luna stagionali dovuti alla retrocessione, Cagliari inneggia al suo bomber più grande di sempre. Raccontare Gigi Riva in un film è raccontare la storia buona del Paese, fatto di sacrifici, abnegazione e grandi, grandissimi risultati. Entra in sordina nella sala della premier del suo film biografico, con la dolcezza e la timidezza che da tempo ha conquistato il cuore dei sardi che ospitano il loro Brenno calcistico lombardo, da oltre sessant’anni. Si schermisce dietro un sorriso commosso ma l’affetto, le lacrime, gli applausi sono incontenibili. Dopo il film il festeggiamento consueto del compleanno in forma privata alla Marina di Montecristo, con i sapori della Cagliari di un tempo, con la famiglia, il regista Milani, gli amici di una vita e Umberto Oppus, il sindaco sardo che ha conferito la cittadinanza onoraria del ducato di Mandas agli storici calciatori-eroi della Cagliari dello scudetto.
Per Riccardo Milani, regista e marito dell’attrice Paola Cortellesi, “quella di Nel nostro cielo un rombo di tuono non è una storia qualsiasi: è la storia di Gigi Riva, un campione e un uomo vero. La vita di Riva è stata caratterizzata dal rigore morale ed etico di un uomo che ha affermato con forza che non tutto si può comprare”. Riva rifiutò contratti con squadre blasonate pur di portare fede al suo impegno con un’isola che nello sport investiva il proprio riscatto sociale; sono gli anni del banditismo e tante volte chi va a vedere Gigi Riva in trasferta è un emigrato che deve decidere se andare allo stadio o mangiare. Dichiara la società calcistica cagliaritana: “Numeri e record eccezionali che già basterebbero da soli per raccontare Luigi Riva da Leggiuno: ma la grandezza del campione travalica tutto ciò e, generazione dopo generazione, lo consegna al mito. Un attaccante con il dono di far emozionare tutti gli appassionati di calcio: i gol in acrobazia, di testa, al volo, sfidando le leggi della fisica. Quel sinistro al fulmicotone: ‘un rombo di tuono’ che squarciava l’aria e accompagnava la palla in rete”. A chent’annos Gigi, totem di un popolo intero.