No ai premi ai medici e no al test d’ingresso: al ministro dirò che la sanità deve essere difesa
Bisogna avere delle idee per poterle condividere o criticare. La salute e la sanità necessitano di idee. Quelle del nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, per ora, restano parole seppur con bersagli reali e basilari per organizzare una ennesima nuova ristrutturazione del sistema sanità che, soprattutto in questi ultimi anni, ha fatto emergere ogni lacuna. Così leggo, ad esempio, di premi ai medici o agli studenti che scelgono specialità difficili. Delle considerazioni “sulla base della mia esperienza personale”, di riflessioni sulla medicina territoriale ed ancora sull’utilizzo dei medici di continuità assistenziale.
Tante parole, ripeto, che restano tali se non sviluppate in idee e progetti reali. Per questo venerdì 18 novembre alle ore 18 ho deciso di partecipare ad un convegno nella sala Gonfalone del palazzo Pirelli di Milano dove mi hanno invitato ad esporre le mie idee vere. Per quelli che non avranno il tempo di venire ad ascoltarmi, e perché no per il nuovo ministro della Salute da poco in carica, anticipo succintamente quello che dirò. Perché parlare da medico, e da frequentatore di sale operatorie per decenni dove tutto deve girare in modo adeguato, è meglio; come è meglio dire che non dire, ma più di ogni altra cosa è meglio fare in modo che gli altri ascoltino, critichino e, speriamo, condividano.
Così “sulla base della mia esperienza personale” credo che per appagare i medici non serva, forse come nella vita, offrire di più economicamente (la medicina in fondo è una missione?), ma organizzare in modo tale che nessuno possa, senza giustificazioni, attaccare la classe medica. È ovvio che i delinquenti restino tali, ma permettere ad esempio pubblicità televisive subdole in cui pletore di avvocati sono in attesa di attacco come avvoltoi diminuisce la volontà di sacrificio per gli altri. È ovvio che la selezione con test di ingresso a medicina, ormai ingiustificata, non aiuta. Così come è ovvio che solo sistemi di controllo adeguati riducono il rischio di abuso di chi vuol sfruttare a propri fini la salute e la malattia dei cittadini. Così come è ovvio che solo accessi condizionati alla necessità nazionale delle varie specialità permette una distribuzione equa in ogni ambito.
Per la medicina territoriale occorre farla diventare pubblica, non più privata accreditata, e organizzare dei veri e propri reparti ospedalieri di medicina di base con i medici che fanno da satellite a ospedali o cliniche private accreditate. Loro tornerebbero a fare quello per cui hanno studiato vicini agli specialisti e gli ospedali li “useranno” come primo filtro per ridurre le attese al pronto soccorso per le vere emergenze. In questo caso non avremmo più bisogno di costruire nuove strutture di continuità.
Con poche idee abbiamo riempito tante parole. Perché i politici dovrebbero essere così. Devono dire quello che pensano, ma soprattutto mantenerlo dopo essere stati eletti o nominati, altrimenti sarebbero degli spergiuri. Questo ho capito dal mio caro amico Vittorio quando mi ha spiegato quello che gli è capitato al termine della vita della moglie amatissima e che potrete leggere nei suoi pezzi “dissacratori” molto interessanti.
“Nell’ultima fase della sua malattia mia moglie parlava serenamente della sua prossima dipartita – mi spiega Vittorio – e, a proposito della sua cerimonia funebre, essa si era fatta più volte promettere e confermare che l’uscita del feretro dalla chiesa sarebbe stata accompagnata dalle note del Va, pensiero di Giuseppe Verdi. Ci teneva moltissimo perché tutte le cerimonie funebri dei membri della sua famiglia (ormai tutti defunti) avevano seguito questa tradizione e, per lei, ciò rappresentava un ideale ricongiungimento con loro.” Il prete (è una missione come la medicina?), che aveva tanto promesso anche in punto di morte, non mantenne. Venne considerato spergiuro dal mio amico fino a stimolare le profonde riflessioni che potrete leggere, capitolo dopo capitolo, insieme a me.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Ancora una volta i temi della crescita e delle infrastrutture liguri restano fuori dall'agenda del Governo Meloni. Nonostante i proclami del Ministro Salvini e gli annunci altisonanti di treni veloci Genova-Milano già nel 2026, è lo stesso General contractor del Terzo Valico dei Giovi ad annunciare un possibile stop ai lavori per la mancata proroga del decreto Asset del 2023". Lo affermano i senatori liguri del Partito Democratico Annamaria Furlan e Lorenzo Basso.
"La tratta ferroviaria Milano-Genova è strategica per la nostra Regione e per la logistica dell’intero Nord-Ovest del Parse e per essere pienamente operativa deve vedere prima di tutto la conclusione dei cantieri del terzo valico ma anche la realizzazione del quadruplicamento tra Tortona e Voghera. Abbiamo chiesto al Governo ed il Ministro Salvini che inseriscano subito le risorse promesse nel primo provvedimento utile e che vengano a riferire in commissione al Senato sulla finanziamento dell’intero tratto Genova-Milano per consentire finalmente un collegamento ferroviario ad alta capacità ed alta velocità tra i due capoluoghi".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Si svela la natura sociale del governo: si presentarono come destra sociale a favore dei deboli e invece la loro è una manovra delle lobby, a partire da quella militare, o che trova i miliardi per il Ponte sullo Stretto ma non dà risposte ai milioni di persone che non possono curarsi, a chi lavora ma percepisce salari che non permettono una vita dignitosa". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Repubblica.
"Serviva un investimento per rafforzare la sfera dei diritti e della protezione sociale e invece - prosegue il leader di SI - nella sanità sono arrivati solo tagli, idem per la scuola pubblica mentre continuano le regalie a quella privata. E poi, non un euro per rispondere alla precarietà, ad esempio sulla ricerca. Noi come opposizioni la piccola somma a disposizione l’abbiamo messa per stabilizzare i ricercatori del Cnr, dando il segnale che la lotta paga. Cito poi la misura sugli extraprofitti: hanno chiesto un prestito alle banche che dovranno restituire".
"Pensiamo poi - insiste l’esponente di Avs - al ritornello più frequente che ripetono:“non ci sono soldi”. Un vero imbroglio, i soldi ci sono ma bisogna avere il coraggio di andarli a prendere, e poi decidere come spenderli. Per noi coraggio significa più medici, infermieri, maestri, e non è un approccio demagogico ma realistico, che risponde al bisogno di ridurre le disuguaglianza. Ancora una volta il Parlamento non ha potuto discutere, è un processo che umilia sistematicamente le Camere. Non è il primo governo che lo fa. Qui però c’è di un salto di qualità che dice qualcosa sullo stato della democrazia: è il monocameralismo. Intanto comincino a rispettare i tempi e la destra smetta di truccare le carte, cioè presentando la legge di bilancio a ottobre, quando è solo una scatola vuota per poi farla arrivare in aula a ridosso di Natale completamente stravolta. Ricordo poi a tutti che questo governo - conclude Fratoianni - sta abbattendo ogni record di ricorsi alla fiducia, sono scomparsi i disegni di legge di iniziativa parlamentare anche della maggioranza. Una modifica sostanziale dell’assetto istituzionale. Chissà cosa succederebbe al nostro Paese se riuscissero a portare a casa il premierato".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Una dinamica sconcertante: l’esercito israeliano, dopo aver ucciso venerdì scorso circa 50 persone in un attacco aereo in prossimità dell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia, nel Nord di Gaza, anch’esso parzialmente danneggiato, dà l’ordine di evacuare la struttura medica entro 15 minuti. Un ordine che riguarda tutti: malati, pure quelli molto gravi, parenti che li assistono e personale medico". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E chi è in terapia intensiva? Chi è attaccato a un ventilatore, chi è in coma, cosa si fa di queste persone? L’ordine è perentorio: tutti fuori entro 15 minuti. Pazienti trasportati in barella nel cortile, buttati per strada, alcuni trasportati all’ospedale Indonesia già danneggiato e non equipaggiato per i malati, medici e paramedici arrestati e portati via con l’accusa di essere terroristi, incluso il direttore, l’instancabile dottor Hussam Abu Safiya, che non ha mai lasciato il suo ospedale nonostante l’esercito israeliano abbia ucciso suo figlio, e di cui ora non si hanno più notizie. Con questa operazione militare, sottolinea l’OMS, l’esercito israeliano mette fuori uso l’unico ospedale che era rimasto ancora funzionante a Gaza nord".
"Una scena raccapricciante quella dell’evacuazione dell’ospedale Kamal Adwan, la degenerazione dell’uso della forza, una prova di cieca ferocia, di volontà di disumanizzare persino i più vulnerabili. Di fronte a tutto questo non si può non sentire un enorme dolore, un profondo disagio ma anche indignazione e rabbia. Che cosa si aspetta a reagire, a vietare la vendita di armi a Israele che le usa contro i civili, a imporre sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri che diffondono odio contro la popolazione palestinese, a sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele basato sul rispetto dei diritti umani? L’abisso di Gaza è destinato a lasciare un segno indelebile in ognuno di noi che, impotenti, abbiamo denunciato atrocità e crimini, chiedendo in tutti i modi di fermare questo massacro. Un segno che pesa sulle coscienze di chi poteva agire e non l'ha fatto e arriverà anche alle future generazioni che di tutto ciò subiranno le amare conseguenze".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Penso che la proposta di Renato Brunetta oggi sul Sole24ore vada ripresa, sostenuta, resa effettiva. Spero che opposizione e maggioranza possano convergere su un obiettivo minimo di umanità, civiltà, decenza. Chi ci sta?". Lo scrive sui social il senatore Pd, Filippo Sensi.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "La norma che le sorelle Meloni hanno voluto contro di me è illiberale. Per la prima volta in 70 anni di storia repubblicana il capo del governo esige una legge ad hoc contro un dirigente dell’opposizione. Non era mai accaduto prima. Stupisce il silenzio dei liberali". Lo scrive sui social Matteo Renzi.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Parlare si può parlare di tutto, ma oggi non si profilano le condizioni, mancano proprio i presupposti per procedere a un rimpasto". Lo dice Galeazzo Bignami, presidente del gruppo FdI alla Camera, al Corriere a proposito del pressing leghista perchè Matteo Salvini torni al Viminale. "Tutto si fa se è necessario, ma mi pare che gli attuali due ministri stiano lavorando più che bene. Piantedosi, peraltro, l’ha indicato il segretario della Lega".
"Salvini esprime una legittima ambizione. È stato assolto e può giustamente rivendicare di aver agito da ministro dell’Interno nel rispetto delle leggi. Anche noi siamo ben lieti di quella assoluzione, sulla quale avevamo pochi dubbi. Ma la squadra di governo si rivede se ci sono i presupposti. E non ci sono. Invece la stabilità che nessun altro esecutivo in Europa può vantare, va protetta. Già solo parlare di rimpasto non vorrei mettesse in discussione questa immagine unanimemente riconosciuta, per la prima volta dopo tanti anni, all’Italia".
Il pressing di Salvini non comporterà turbolenze nella maggioranza di governo? "No. Nella coalizione il clima è buono. Tutte le decisioni vengono assunte in piena condivisione. Si discute, ci si confronta. Non significa litigare. Se noi diciamo che non c’è l’esigenza di un rimpasto perché due ministri della Lega stanno lavorando bene, poi, che turbolenze possono esserci?".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Nel 1300, proprio in questa Basilica, Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo con l’urgenza di aprire un tempo di perdono e di riscatto. Ma il Giubileo cattolico discende da una festività ebraica, durante la quale, in origine, venivano azzerati tutti i debiti economici con lo Stato, per favorire una più equa distribuzione delle ricchezze nella società (era verosimilmente una misura per smussare i conflitti sociali). Il giubileo nasce quindi come tempo di libertà e di riscatto per gli ultimi". Così la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, presente alla Cattedrale di San Giovanni in Laterano per l'apertura Porta Santa.
"Sono passati 8 secoli, ma l'urgenza di riscatto sociale rimane, perché viviamo in una società che amplia le distanze tra ricchi e poveri, con forme di disuguaglianza sempre più marcate. Troppe famiglie monoreddito, troppi lavoratori che, pur avendo un impiego, non riescono a coprire le spese essenziali".
"Eppure la legge di bilancio appena approvata, anziché di affrontare queste urgenze, destina 7,5 miliardi per le spese militari, 2 miliardi per il ponte sullo Stretto, mezzo milione per aumentare lo stipendio dei ministri e nulla per chi ha veramente bisogno. Il Movimento 5 Stelle continuerà a battersi per aiutare chi è in difficoltà perché oggi più che mai serve un tempo di riscatto. Come ha detto ieri il cardinale Reina: 'Speriamo che questo Anno Santo possa davvero segnare un tempo di riscatto per chi è rimasto indietro”, e spetta a noi costruire una società più giusta'".
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Domenico De Felice
Medico, opinionista di sanità sociale
Società - 16 Novembre 2022
No ai premi ai medici e no al test d’ingresso: al ministro dirò che la sanità deve essere difesa
Bisogna avere delle idee per poterle condividere o criticare. La salute e la sanità necessitano di idee. Quelle del nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, per ora, restano parole seppur con bersagli reali e basilari per organizzare una ennesima nuova ristrutturazione del sistema sanità che, soprattutto in questi ultimi anni, ha fatto emergere ogni lacuna. Così leggo, ad esempio, di premi ai medici o agli studenti che scelgono specialità difficili. Delle considerazioni “sulla base della mia esperienza personale”, di riflessioni sulla medicina territoriale ed ancora sull’utilizzo dei medici di continuità assistenziale.
Tante parole, ripeto, che restano tali se non sviluppate in idee e progetti reali. Per questo venerdì 18 novembre alle ore 18 ho deciso di partecipare ad un convegno nella sala Gonfalone del palazzo Pirelli di Milano dove mi hanno invitato ad esporre le mie idee vere. Per quelli che non avranno il tempo di venire ad ascoltarmi, e perché no per il nuovo ministro della Salute da poco in carica, anticipo succintamente quello che dirò. Perché parlare da medico, e da frequentatore di sale operatorie per decenni dove tutto deve girare in modo adeguato, è meglio; come è meglio dire che non dire, ma più di ogni altra cosa è meglio fare in modo che gli altri ascoltino, critichino e, speriamo, condividano.
Così “sulla base della mia esperienza personale” credo che per appagare i medici non serva, forse come nella vita, offrire di più economicamente (la medicina in fondo è una missione?), ma organizzare in modo tale che nessuno possa, senza giustificazioni, attaccare la classe medica. È ovvio che i delinquenti restino tali, ma permettere ad esempio pubblicità televisive subdole in cui pletore di avvocati sono in attesa di attacco come avvoltoi diminuisce la volontà di sacrificio per gli altri. È ovvio che la selezione con test di ingresso a medicina, ormai ingiustificata, non aiuta. Così come è ovvio che solo sistemi di controllo adeguati riducono il rischio di abuso di chi vuol sfruttare a propri fini la salute e la malattia dei cittadini. Così come è ovvio che solo accessi condizionati alla necessità nazionale delle varie specialità permette una distribuzione equa in ogni ambito.
Per la medicina territoriale occorre farla diventare pubblica, non più privata accreditata, e organizzare dei veri e propri reparti ospedalieri di medicina di base con i medici che fanno da satellite a ospedali o cliniche private accreditate. Loro tornerebbero a fare quello per cui hanno studiato vicini agli specialisti e gli ospedali li “useranno” come primo filtro per ridurre le attese al pronto soccorso per le vere emergenze. In questo caso non avremmo più bisogno di costruire nuove strutture di continuità.
Con poche idee abbiamo riempito tante parole. Perché i politici dovrebbero essere così. Devono dire quello che pensano, ma soprattutto mantenerlo dopo essere stati eletti o nominati, altrimenti sarebbero degli spergiuri. Questo ho capito dal mio caro amico Vittorio quando mi ha spiegato quello che gli è capitato al termine della vita della moglie amatissima e che potrete leggere nei suoi pezzi “dissacratori” molto interessanti.
“Nell’ultima fase della sua malattia mia moglie parlava serenamente della sua prossima dipartita – mi spiega Vittorio – e, a proposito della sua cerimonia funebre, essa si era fatta più volte promettere e confermare che l’uscita del feretro dalla chiesa sarebbe stata accompagnata dalle note del Va, pensiero di Giuseppe Verdi. Ci teneva moltissimo perché tutte le cerimonie funebri dei membri della sua famiglia (ormai tutti defunti) avevano seguito questa tradizione e, per lei, ciò rappresentava un ideale ricongiungimento con loro.” Il prete (è una missione come la medicina?), che aveva tanto promesso anche in punto di morte, non mantenne. Venne considerato spergiuro dal mio amico fino a stimolare le profonde riflessioni che potrete leggere, capitolo dopo capitolo, insieme a me.
Dovremo considerare spergiuri anche i politici?
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Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Ancora una volta i temi della crescita e delle infrastrutture liguri restano fuori dall'agenda del Governo Meloni. Nonostante i proclami del Ministro Salvini e gli annunci altisonanti di treni veloci Genova-Milano già nel 2026, è lo stesso General contractor del Terzo Valico dei Giovi ad annunciare un possibile stop ai lavori per la mancata proroga del decreto Asset del 2023". Lo affermano i senatori liguri del Partito Democratico Annamaria Furlan e Lorenzo Basso.
"La tratta ferroviaria Milano-Genova è strategica per la nostra Regione e per la logistica dell’intero Nord-Ovest del Parse e per essere pienamente operativa deve vedere prima di tutto la conclusione dei cantieri del terzo valico ma anche la realizzazione del quadruplicamento tra Tortona e Voghera. Abbiamo chiesto al Governo ed il Ministro Salvini che inseriscano subito le risorse promesse nel primo provvedimento utile e che vengano a riferire in commissione al Senato sulla finanziamento dell’intero tratto Genova-Milano per consentire finalmente un collegamento ferroviario ad alta capacità ed alta velocità tra i due capoluoghi".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Si svela la natura sociale del governo: si presentarono come destra sociale a favore dei deboli e invece la loro è una manovra delle lobby, a partire da quella militare, o che trova i miliardi per il Ponte sullo Stretto ma non dà risposte ai milioni di persone che non possono curarsi, a chi lavora ma percepisce salari che non permettono una vita dignitosa". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Repubblica.
"Serviva un investimento per rafforzare la sfera dei diritti e della protezione sociale e invece - prosegue il leader di SI - nella sanità sono arrivati solo tagli, idem per la scuola pubblica mentre continuano le regalie a quella privata. E poi, non un euro per rispondere alla precarietà, ad esempio sulla ricerca. Noi come opposizioni la piccola somma a disposizione l’abbiamo messa per stabilizzare i ricercatori del Cnr, dando il segnale che la lotta paga. Cito poi la misura sugli extraprofitti: hanno chiesto un prestito alle banche che dovranno restituire".
"Pensiamo poi - insiste l’esponente di Avs - al ritornello più frequente che ripetono:“non ci sono soldi”. Un vero imbroglio, i soldi ci sono ma bisogna avere il coraggio di andarli a prendere, e poi decidere come spenderli. Per noi coraggio significa più medici, infermieri, maestri, e non è un approccio demagogico ma realistico, che risponde al bisogno di ridurre le disuguaglianza. Ancora una volta il Parlamento non ha potuto discutere, è un processo che umilia sistematicamente le Camere. Non è il primo governo che lo fa. Qui però c’è di un salto di qualità che dice qualcosa sullo stato della democrazia: è il monocameralismo. Intanto comincino a rispettare i tempi e la destra smetta di truccare le carte, cioè presentando la legge di bilancio a ottobre, quando è solo una scatola vuota per poi farla arrivare in aula a ridosso di Natale completamente stravolta. Ricordo poi a tutti che questo governo - conclude Fratoianni - sta abbattendo ogni record di ricorsi alla fiducia, sono scomparsi i disegni di legge di iniziativa parlamentare anche della maggioranza. Una modifica sostanziale dell’assetto istituzionale. Chissà cosa succederebbe al nostro Paese se riuscissero a portare a casa il premierato".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Una dinamica sconcertante: l’esercito israeliano, dopo aver ucciso venerdì scorso circa 50 persone in un attacco aereo in prossimità dell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia, nel Nord di Gaza, anch’esso parzialmente danneggiato, dà l’ordine di evacuare la struttura medica entro 15 minuti. Un ordine che riguarda tutti: malati, pure quelli molto gravi, parenti che li assistono e personale medico". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E chi è in terapia intensiva? Chi è attaccato a un ventilatore, chi è in coma, cosa si fa di queste persone? L’ordine è perentorio: tutti fuori entro 15 minuti. Pazienti trasportati in barella nel cortile, buttati per strada, alcuni trasportati all’ospedale Indonesia già danneggiato e non equipaggiato per i malati, medici e paramedici arrestati e portati via con l’accusa di essere terroristi, incluso il direttore, l’instancabile dottor Hussam Abu Safiya, che non ha mai lasciato il suo ospedale nonostante l’esercito israeliano abbia ucciso suo figlio, e di cui ora non si hanno più notizie. Con questa operazione militare, sottolinea l’OMS, l’esercito israeliano mette fuori uso l’unico ospedale che era rimasto ancora funzionante a Gaza nord".
"Una scena raccapricciante quella dell’evacuazione dell’ospedale Kamal Adwan, la degenerazione dell’uso della forza, una prova di cieca ferocia, di volontà di disumanizzare persino i più vulnerabili. Di fronte a tutto questo non si può non sentire un enorme dolore, un profondo disagio ma anche indignazione e rabbia. Che cosa si aspetta a reagire, a vietare la vendita di armi a Israele che le usa contro i civili, a imporre sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri che diffondono odio contro la popolazione palestinese, a sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele basato sul rispetto dei diritti umani? L’abisso di Gaza è destinato a lasciare un segno indelebile in ognuno di noi che, impotenti, abbiamo denunciato atrocità e crimini, chiedendo in tutti i modi di fermare questo massacro. Un segno che pesa sulle coscienze di chi poteva agire e non l'ha fatto e arriverà anche alle future generazioni che di tutto ciò subiranno le amare conseguenze".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Penso che la proposta di Renato Brunetta oggi sul Sole24ore vada ripresa, sostenuta, resa effettiva. Spero che opposizione e maggioranza possano convergere su un obiettivo minimo di umanità, civiltà, decenza. Chi ci sta?". Lo scrive sui social il senatore Pd, Filippo Sensi.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "La norma che le sorelle Meloni hanno voluto contro di me è illiberale. Per la prima volta in 70 anni di storia repubblicana il capo del governo esige una legge ad hoc contro un dirigente dell’opposizione. Non era mai accaduto prima. Stupisce il silenzio dei liberali". Lo scrive sui social Matteo Renzi.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Parlare si può parlare di tutto, ma oggi non si profilano le condizioni, mancano proprio i presupposti per procedere a un rimpasto". Lo dice Galeazzo Bignami, presidente del gruppo FdI alla Camera, al Corriere a proposito del pressing leghista perchè Matteo Salvini torni al Viminale. "Tutto si fa se è necessario, ma mi pare che gli attuali due ministri stiano lavorando più che bene. Piantedosi, peraltro, l’ha indicato il segretario della Lega".
"Salvini esprime una legittima ambizione. È stato assolto e può giustamente rivendicare di aver agito da ministro dell’Interno nel rispetto delle leggi. Anche noi siamo ben lieti di quella assoluzione, sulla quale avevamo pochi dubbi. Ma la squadra di governo si rivede se ci sono i presupposti. E non ci sono. Invece la stabilità che nessun altro esecutivo in Europa può vantare, va protetta. Già solo parlare di rimpasto non vorrei mettesse in discussione questa immagine unanimemente riconosciuta, per la prima volta dopo tanti anni, all’Italia".
Il pressing di Salvini non comporterà turbolenze nella maggioranza di governo? "No. Nella coalizione il clima è buono. Tutte le decisioni vengono assunte in piena condivisione. Si discute, ci si confronta. Non significa litigare. Se noi diciamo che non c’è l’esigenza di un rimpasto perché due ministri della Lega stanno lavorando bene, poi, che turbolenze possono esserci?".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Nel 1300, proprio in questa Basilica, Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo con l’urgenza di aprire un tempo di perdono e di riscatto. Ma il Giubileo cattolico discende da una festività ebraica, durante la quale, in origine, venivano azzerati tutti i debiti economici con lo Stato, per favorire una più equa distribuzione delle ricchezze nella società (era verosimilmente una misura per smussare i conflitti sociali). Il giubileo nasce quindi come tempo di libertà e di riscatto per gli ultimi". Così la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, presente alla Cattedrale di San Giovanni in Laterano per l'apertura Porta Santa.
"Sono passati 8 secoli, ma l'urgenza di riscatto sociale rimane, perché viviamo in una società che amplia le distanze tra ricchi e poveri, con forme di disuguaglianza sempre più marcate. Troppe famiglie monoreddito, troppi lavoratori che, pur avendo un impiego, non riescono a coprire le spese essenziali".
"Eppure la legge di bilancio appena approvata, anziché di affrontare queste urgenze, destina 7,5 miliardi per le spese militari, 2 miliardi per il ponte sullo Stretto, mezzo milione per aumentare lo stipendio dei ministri e nulla per chi ha veramente bisogno. Il Movimento 5 Stelle continuerà a battersi per aiutare chi è in difficoltà perché oggi più che mai serve un tempo di riscatto. Come ha detto ieri il cardinale Reina: 'Speriamo che questo Anno Santo possa davvero segnare un tempo di riscatto per chi è rimasto indietro”, e spetta a noi costruire una società più giusta'".