Nel suo editoriale, il direttore se la prende con Saviano - che vive sotto scorta dal 2006 per i suoi libri di denuncia sul clan dei Casalesi - per aver rivendicato la legittimità della propria invettiva contro Meloni (a cui ha dato della "bastarda" in diretta tv): "Seguendo il suo consiglio di non mettere limiti al pensiero perché noi scrittori godiamo dell'immunità penale e civile, dico con chiarezza ciò che penso: Roberto Saviano sei un pezzo di m., un figlio di buona donna"
“Saviano bastardo“. Il quotidiano Libero prosegue nella tradizione dei titoli discutibili sparati in prima pagina (celebri il “Patata bollente” riferito a Virginia Raggi, che costò al giornale una multa di 11mila euro, e l’incredibile “Calano fatturato e pil ma aumentano i gay”): il bersaglio questa volta è lo scrittore antimafia, a processo per diffamazione a Roma per aver dato dei “bastardi” a Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante una puntata di Piazzapulita nel dicembre 2020. Nel suo editoriale, il direttore Alessandro Sallusti se la prende con Saviano – che vive sotto scorta dal 2006 per i suoi libri di denuncia sul clan dei Casalesi – per aver rivendicato la legittimità della propria invettiva parlando con la stampa a margine della prima udienza: “Ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne”, ha detto.
“Per una volta faccio mio il Verbo del Sommo, e lo faccio avendo le carte in regola perché anch’io sono uno scrittore“, lo attacca Sallusti nel suo fondo. “E quindi, seguendo il suo consiglio di non mettere limiti al pensiero perché noi scrittori godiamo dell’immunità penale e civile, dico con chiarezza ciò che penso: Roberto Saviano sei un bastardo. Di più: Roberto Saviano sei un pezzo di m. a insultare una donna, non ne hai remora perché tu sei un figlio di buona donna, che poi questi non sono altro che sinonimi della parola “bastardo”. (…) Abbassa la cresta, chiedi scusa e finiscila lì che fai pena, sempre con licenza parlando”. Il titolo “Saviano bastardo”, peraltro, ricorda da vicinissimo “Bastardi islamici“, partorito sempre da Libero il giorno dopo la strage del Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015 sotto la direzione di Maurizio Belpietro (che fu denunciato, e due anni dopo assolto, per “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone”, aggravata dalla finalità di odio razziale).