Il Tar del Lazio, con più sentenze depositate oggi, ha dichiarato inammissibili per difetto assoluto di giurisdizione i ricorsi proposti dalle aziende energetiche contro l’atto dell’Agenzia delle Entrate con cui sono stati “definiti gli adempimenti, anche dichiarativi, e le modalità di versamento” del “Contributo straordinario contro il caro bollette”, cioè del tributo dovuto per i cosiddetti extraprofitti. Ad avviso del giudice amministrativo, infatti, all’Agenzia delle entrate è stata demandata la sola definizione di aspetti tecnici, legati al procedimento di dichiarazione e al successivo ed eventuale procedimento di verifica e accertamento del “contributo”, senza in sostanza che alcun margine risulti rimesso all’Agenzia quanto alla specificazione ed esatta perimetrazione degli elementi costitutivi del “contributo”. Osserva il Tar del Lazio che tutti gli elementi costitutivi della misura (a cominciare dalla individuazione dei soggetti passivi e dalla base imponibile) risultano fissati a priori dal legislatore, in maniera puntuale”.

Il Tribunale ha quindi chiarito la “natura tributaria del contributo straordinario” in questione trattandosi di un “prelievo disposto da una norma avente forza di legge”, non essendo “dubitabile la definitività della prestazione patrimoniale” ed avendo il prelievo come scopo quello del “contenimento, per le imprese ed i consumatori, dell’aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico”. In definitiva, il Tar ha escluso che con riguardo agli atti dell’Agenzia delle entrate possa parlarsi di atti di natura regolamentare o comunque di atti a contenuto generale, e per questa ragione ha concluso che non ne può conoscere il giudice amministrativo e neppure, allo stato, il giudice tributario in quanto la giurisdizione tributaria sussisterà “nei confronti dell’eventuale avviso di accertamento per omesso o parziale versamento; oppure dell’eventuale diniego del rimborso di quanto versato”.

A rivolgersi al Tar sono state una ventina di compagni del settore tra cui Q8, Esso, la municipalizzata romana Acea e la francese Engie. Tra i ricorrenti non ci sono i gruppi controllati al 30% dallo Stato Eni ed Enel. I ricorrenti non contestano la tassa in sé ma le modalità con cui è calcolata. Il prelievo sui guadagni abnormi garantiti dall’emergenza energetica è stato introdotto nel marzo 2022 dal governo Draghi . È previsto un prelievo del 25% sugli extraprofitti, intesi come “incremento del saldo tra operazioni attive e passive realizzato dal 1° ottobre 2021 al 31 aprile 2022, rispetto al medesimo periodo tra il 2020 e il 2021″- Versamento che dovrebbe interessare oltre 10mila aziende.

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